L’ultimo report ECHA (European Chemicals Agency) rivela che l’89% delle sostanze chimiche testate in Europa presentano un test alternativo per almeno un endpoint.
Ciò nonostante, la EU afferma che molto ancora deve essere fatto per migliorare la qualità e la robustezza dei dati alternativi, non solo per cosmetici, ma per tutte le sostanze chimiche.
In Europa, i test su animali sono stati banditi sui cosmetici nel 2013 e ormai ciò fa parte del regolamento REACh; ma i test su animali vertebrati sono ancora ammessi in ultima istanza per verificare i potenziali effetti della sostanza su uomo e ambiente, se non sono trovati metodi alternativi.
Di tutti gli ingredienti chimici presi in considerazione nel report, l’11% dei test è condotto su animali vertebrati, ciò significa che i test sugli animali sono ancora in vigore in Europa per alcuni prodotti chimici. Obiettivo di ECHA è la promozione di test non-animal e metodi alternativi per abbassare questo tasso.
Delle 290 sostanze registrate all’ECHA tra il 2008 e il 2016, l’89% di queste presentano un endpoint testato con metodo alternativo.
Il metodo alternativo più comune è l’utilizzo d’informazioni inerenti a sostanze simili (read-across, 63%), seguito dalla combinazione d’informazioni derivate da fonti differenti (weight of evidence, 43%) e infine il computer modelling (QSAR prediction, 34%).
L’Executive Director di ECHA Geert Dancet ha dichiarato «le aziende registranti devono migliorare la qualità di utilizzo dei dati alternativi. Promuoveremo un adeguato utilizzo di metodi alternativi e supporteremo i loro sviluppi scientifici nel futuro» ha aggiunto.
Prima azione in tal senso: i registranti per il 2018 sono incoraggiati a utilizzare dati in vitro a disposizione, e i metodi read-across e QSARs.

di D.Storni