Attività cosmetiche della Safranale

zafferano

La Safranale, un’aldeide monoterpenica, è presente come uno dei principali costituenti volatili di Crocus sativus Linn. (fiori di zafferano).

Questo costituente volatile non solo contribuisce all’aroma dello zafferano, ma è stato segnalato per le sue proprietà antidiabetiche, antiulcera, anticonvulsivanti, antidepressive, cardioprotettive, antitumorali e anti-UV. La maggior parte di queste azioni terapeutiche sono correlate al suo potenziale nell’estinguere le specie reattive dell’ossigeno (ROS).

Oggi, le proprietà antiossidanti dei fitocomposti vengono esplorate per lo sviluppo di formulazioni fotoprotettive della pelle. Questi bioattivi hanno il potenziale per proteggere gli strati epidermici e dermici della pelle, comprendenti principalmente elastina e collagene. Quando i raggi UV penetrano negli strati dermici, si determina un aumento nella produzione di elastasi, collagenasi e ialuronidasi che portano alla degradazione di collagene, elastina e acido ialuronico, componenti dermici responsabili di forza, elasticità e idratazione della pelle.

A causa della frequente esposizione alla luce solare, queste condizioni tendono ad aumentare causando formazione di rughe e rilassamento della pelle; sebbene le proprietà antiossidanti della safranale siano state stabilite su varie linee cellulari, fino a oggi non sono stati riportati studi riguardanti le attività di inibizione dell’enzima dermico.

Nel presente lavoro di ricerca è stata effettuata una valutazione in vitro completa per l’attività antiossidante, anti-elastasi, anti-collagenasi, anti-ialuronidasi della safranale, insieme a determinazione del fattore di protezione solare (SPF).

L’attività antiossidante in vitro è stata effettuata con il metodo del DPPH e il suo valore IC50 è risultato pari a 22,7 μg / mL. I valori IC50 di inibizione enzimatica della safranale per l’attività anti-elastasi sono risultati 43,6 μg / ml, 70 μg / ml per l’attività anti-ialuronidasi e 9,4 μg / ml per l’attività anticollagenasica. L’attività fotoprotettiva è stata valutata con un metodo di assorbimento UV calcolando il valore di SPF.

La significativa attività inibitoria dell’aldeide sulle metalloproteinasi di matrice (MMP) responsabili dell’invecchiamento, e un SPF più elevato ha stabilito che questo molecola può essere considerata un agente fotoprotettivo. La sua consolidata capacità di scavenger dei radicali liberi, insieme alle caratteristiche descritte in precedenza, ne fanno un componente prezioso da incorporare nelle formulazioni antiaging a base di erbe.
Bioorganic Chemistry- Volume77- Pages159-167 (2018)

di C. Lacapra e S. Rum