Comitato scientifico UE: impossibilità di valutare il rischio di nanomateriali nei cosmetici

Il CSSC, un comitato consultivo della Commissione europea, ha dichiarato che il divieto assoluto di sperimentazione sugli animali per ingredienti e prodotti cosmetici, che dovrebbe applicarsi nel 2013, porrà un “ostacolo insormontabile” la valutazione del rischio degli ingredienti cosmetici in forma di nano materiali. Infatti, la direttiva sui cosmetici dell’Unione europea che sarà sostituita dal Regolamento sui cosmetici dall’ 11 luglio 2013, havisto una graduale e progressiva abolizione della sperimentazione animale. Dal 2004, nell’UE, sono stati vietati su animali i test sui prodotti cosmetici finiti, come con la sperimentazione animale di ingredienti dal 2009. Inaggiunta a queste regole, dopo il marzo 2009 vi è stato un divieto di commercializzazione ovvero vendere prodotti cosmetici all’interno dell’UE contenenti gli ingredienti che sono stati testati su animali dopo questa data, a prescindere dal luogo di prova.

Alcuni test molto complessi sono rimasti esentati da tali divieti fino a un divieto di commercializzazione completa che entrerà in vigore nel marzo 2013. Inparallelo, l’art.16 del Regolamento sui prodotti cosmetici imporrà condizioni rigorose e scadenze per la notifica e la valutazione dei prodotti cosmetici contenenti nano materiali. Purtroppo, i metodi alternativi convalidati che possono essere utilizzati per sostituire i test sugli animali sono disponibili solo per le sostanze tradizionali, e non per i nanomateriali. Ecco perché il CSSC ha parlato di “ostacolo insormontabile”. Il CSSC ritiene che, in assenza di una sufficiente conoscenza di base sulle proprietà dei nanomateriali, i comportamenti e gli effetti di un approccio per la valutazione del rischio non siano attualmente fattibili, e la valutazione del rischio di ogni nanomateriale dovrebbe essere effettuata caso per caso. La caratterizzazione dei materiali appare come il primo passo e come un requisito essenziale della valutazione del rischio. E qualora l’applicazione di un prodotto cosmetico contenente un nanomateriale portasse a un’esposizione sistemica, sarebbero richiesti dati sulla valutazione tossicologica. È proprio in questo passaggio che l’attuale mancanza di metodi alternativi specificamente validati per i nanomateriali, in combinazione con il divieto assoluto di test in vivo degli ingredienti e prodotti cosmetici nel 2013 “costituisce un ostacolo alla valutazione del rischio degli ingredienti cosmetici in generale, e gli ingredienti in forma dei nanomateriali, in particolare “, conferma il CSSC.