Deo-spray: fragranze e pittogrammi

Il mercato dei prodotti profumati per la casa sta crescendo in maniera vertiginosa grazie alla volontà da parte dei consumatori di profumare l’ambiente domestico attraverso diversi sistemi di diffusione, a partire da dai diffusori elettrici di ultima generazione con design sempre più accattivanti alla moda per arrivare ai diffusori gel e a quelli a bastoncino.

In questo panorama eterogeneo una fetta importante di business è sempre quella coperta dai deodoranti ambienti spray con trigger, presenti per lo più nel settore della grande distribuzione sia attraverso marche storiche sia nel segmento del private label, dove molti supermercati decidono di uscire con prodotti a loro marchio per occupare una porzione di mercato: non è sempre facile per il consumatore orientarsi in questa complessa giungla di prodotti, caratterizzati da profumazioni originali e packaging con frasi di rischio e pittogrammi presenti in etichetta, non sempre di facile ed immediata interpretazione.

Un simbolo di solito presente sulle confezioni e non imputabile alla fragranza è quello legato al rischio infiammabile del preparato, simbologia legata al propellente utilizzato in miscela e presente in maniera quasi ubiquitaria su questo genere di prodotti finiti, ad esso alcune volte possono trovarsi combinati altri simboli del nuovo sistema di etichettatura per i preparati pericolosi: per esempio non è raro trovare l’indicazione del punto esclamativo (!), indicante il rischio di irritazione cutanea e/o oculare, simbologia in questo caso che può essere legata anche alla presenza in miscela di materie prime del settore essenziero presentanti , ad esempio una classificazione H317, legata alla frase ‘può provocare una reazione allergica cutanea’.

Un mondo sicuramente affascinante dove spesso le aziende si trovano costrette a ricercare il giusto equilibrio fra un scelta di profumazione che sia diffusiva e piacevole e che permetta di avere un prodotto finito il più possibile esente da pittogrammi, problematica a cui il consumatore è sempre più sensibile.

di L.Ilorini