Irritazione cutanea da tinta: 3 metodi a confronto

tinturaUn gruppo di ricercatori koreano ha messo sotto la lente di ingrandimento il potere irritante di 9 diversi ingredienti presenti nelle tinte per capelli, analizzandolo attraverso 3 metodi cruelty free: uno in-vitro, uno in-silico e l’ultimo in-chemico.

Le sostanze testate sono tutte permesse in EU e Korea e sono: MAP, MRP-N, RS, PAOX, 2,4-DAPE, 2,6-PYR, PPD, Grey HED and PM. Per quanto riguarda i test usati, invece, essi sono: il KeratinoSens™ assay, il Direct Peptide Reactivity Assay (DPRA) and il DEREK.

I test hanno dimostrato di dare risultati comuni in 6 casi su 9, mentre per gli ultimi 3 questa convergenza di risultati non c’è stata. Vi è però un altro fattore comune ai diversi test: la presenza di acqua ossigenata nella composizione della tinta aumenta il potenziale irritante delle sostanze testate.

I test sono stati condotti su una epidermide ricostruita, la Epiderm™. Lo studio è interessante non solo perché mostra il potenziale irritante di questi prodotti per parrucchieri, ma perché presenta un sostanziale allineamento dei risultati dei test animal free utilizzati. In parte si evince anche l’utilità di effettuare più test insieme, per dare ancora più consistenza ai risultati ottenuti: in alcuni casi, infatti, i test non sono concordi nelle loro risposte.

Hanseul Parka, Jee-hyun Hwanga, Ji-Seok Han et al. Skin irritation and sensitization potential of oxidative hair dye substances evaluated with in vitro, in chemico and in silico test methods. Food and Chemical Toxicology. novembre 2018. Volume 121 (pagg 360-366). doi: https://doi.org/10.1016/j.fct.2018.09.017. Disponibile online dal 10 settembre.

 https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0278691518306616

di Stefania Somaré