Margine di sicurezza dei filtri UV

Lo studio riguarda un’analisi di filtri solari, partendo dal presupposto che un filtro, per essere efficiente e sicuro, dovrebbe determinare la più bassa permeazione percutanea possibile. Nello studio, in particolare, è stata valutata in vitro la possibilità di assorbimento sistemico del benzofenone-3 (BP3, 10%) e dell’etilesil triazone (EHT, 5%) in una emulsione acqua-in-olio siliconico, utilizzando una pelle da orecchio suino, mimando le condizioni in uso. La dose di esposizione sistemica stimata (SED) dopo l’applicazione della crema solare di 1,0 mg / cm2 per 6 ore (i) sulla faccia; (ii) sulla pelle di tutto il corpo, è stata di (i) 136 e 30; (ii) 4200 e 933 mcg / kg_bw / d rispettivamente per BP3 e EHT. La riapplicazione non significa il doppio del rischio; i valori SED sono stati solo 1,40-1,37 volte maggiore; mentre la rasatura della pelle aumentava la biodisponibilità dei filtri di 1,38 e 1,80 volte, rispettivamente per BP3 e EHT. I margine riguardanti i valori di sicurezza sono stati stimati in base alle linee guida applicabili per l’Unione Europea. Tre scenari di esposizione realistici, Mos di 48, 34 e 34 per BP3, nella protezione solare applicata su tutto il corpo, indicano alcune preoccupazioni per quanto riguarda la sicurezza per i consumatori (MoS <100). Nonostante gli innegabili benefici funzionali dei filtri solari, la concentrazione di BP3 permessa nei cosmetici nell’UE (max. 10%) dovrebbe essere rivista, in particolare nei prodotti destinati ad applicazioni di tutto il corpo. Lo sviluppo di nuovi filtri UV deve essere concentrato sulle loro proprietà fisico-chimiche specifiche.

Food Chem Toxicol. 2017 Feb 16. pii: S0278-6915(17)30060-1.

di C. Lacapra e S. Rum