Scenari espositivi e scaling in ambito REACH

aperturaIl Regolamento REACH 1907/2006, investe con obblighi e responsabilità differenti tutti gli attori dell’industria chimica, compresa la filiera cosmetica. È una normativa in implementazione, che ancora comporta non poche difficoltà alle aziende coinvolte, non solo nel mondo cosmetico.
Uno degli aspetti più complessi è la gestione degli scenari espositivi, previsti per le sostanze prodotte o importate in quantitativi superiori alle 10 tonnellate e classificate come pericolose ai sensi del CLP o valutate come sostanze PBT (persistenti, bioaccumulabili e tossiche) o vPvB (molto persistenti e molto bioaccumulabili). In particolare è di difficile approccio l’utilizzo delle informazioni in essi contenute ai fini della gestione del rischio nei siti produttivi. Emergono infatti notevoli problematiche dovute all’integrazione delle misure di gestione del rischio indicate negli scenari con quanto già attuato in azienda in risposta alle legislazioni cogenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di salvaguardia ambientale. Inoltre, risulta particolarmente critica la parte relativa allo scaling, quindi alla messa in scala nel sito produttivo delle misure negli scenari espositivi.

Elisabetta Merlo.
Elisabetta Merlo.

«Le operazioni di scaling devono tenere conto delle caratteristiche del sito produttivo, tipologie di lavorazione, modalità di esposizione degli addetti, quantitativi utilizzati su diverse scale temporali (quotidiane e annuali) –afferma Elisabetta Merlo, Coordinatrice del Gruppo di lavoro Ecologia Industriale del Comitato Tecnico di Mapic. -Al momento questa è una materia in divenire, anche perché esistono diverse criticità: lo scaling, non sempre applicabile (es. in presenza di sola valutazione qualitativa), è comunque soggetto alle regole dettate dallo stesso fornitore».

Francesca Bernacchi
Francesca Bernacchi

«La possibilità di utilizzare i cosiddetti strumenti di scaling è più teorica che reale –considera Francesca Bernacchi, dell’Area Tecnico-normativa di Cosmetica Italia. In teoria, infatti, l’utilizzatore potrebbe valutare se alcune differenze riscontrate tra le proprie condizioni operative e quelle imposte dallo scenario espositivo potrebbero essere compensate da altre misure di gestione del rischio già in atto nel proprio sito produttivo e più restrittive di quelle imposte dallo scenario. Naturalmente queste «messe in scala» potrebbero essere utilizzate solo per compensare differenze tra parametri che sono tra loro correlati, che devono essere specificati nello scenario espositivo unitamente al tool che il fornitore ha utilizzato per effettuare la propria valutazione. Già questi elementi fanno dello scaling uno strumento di non immediato utilizzo per molte imprese. L’ulteriore difficoltà è data dalle condizioni restrittive imposte dall’ECHA: lo scaling può essere utilizzato solo se porta alle medesime conclusioni (o più restrittive) riportate nello scenario. In termini tecnici si parla di RCR (Rapporto di Caratterizzazione dei Rischi): è il rapporto tra l’esposizione stimata nel sito produttivo e la dose di non effeto estrapolata da studi su animale. Per il REACH questo rapporto deve essere inferiore a 1; per l’ECHA l’utilizzatore che fa ricorso allo scaling deve ottenere un RCR pari o inferiore a quello riportato nello scenario espositivo, rendendo ancora più difficilmente praticabile questa soluzione per l’utilizzatore».

Francesco Gregorini.
Francesco Gregorini.

Il calcolo dello scaling dovrebbe avvenire a mezzo degli stessi tool utilizzati per redigere lo scenario espositivo. «Conoscere questi software e i criteri con cui lavorano permette di comprendere meglio il significato del dato riportato nello scenario espositivo –dice il consulente REACH Francesco Gregorini, nel sottolineare l’importanza per gli utilizzatori a valle di acquisire dimestichezza con questi tool, molti dei quali scaricabili gratuitamente dal sito di ECHA.-Il processo di scaling, necessario per verificare le misure suggerite negli scenari espositivi, può essere effettuato dalle aziende utilizzatrici con questi tool, che permettono di inserire le proprie misure di gestione del rischio e verificare se si ottiene la stessa accettabilità di utilizzo della sostanza».
Per facilitare le imprese, l’Helpdesk nazionale REACH, servizio pubblico gratuito avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico per supportare l’adeguamento delle imprese al REACH, mette a disposizione un servizio gratuito attuato dall’ENEA che su richiesta realizza, dove fattibile, il calcolo dello scaling.

http://reach.sviluppoeconomico.gov.it/scenari-di-esposizione/help-desk%20(caoitoli)/scaling