Solari profumati: meglio naturali o sintetici?

Suntan lotion with seashells on white background

Pronti per le vacanze estive si corre ad acquistare i solari di ultima generazione, cercando di trovare il giusto compromesso fra texture, applicabilità del prodotto ed SPF. Un fattore a volte un po’ trascurato in questi contesti è proprio la fragranza, il nostro amato profumo. La luce solare o artificiale può provocare effetti lesivi sulla pelle, sia per un’azione tossica diretta, proporzionale all’intensità e al tempo di esposizione, sia per la coesistenza di fattori costituzionali e/o estrinseci che favoriscono e aggravano la reattività individuale a condizioni di esposizioni alla luce usualmente ben tollerate. Ma il profumo dei solari come si colloca in questo contesto? È frequente la possibilità di venire a contatto con piante (carota, sedano, finocchio, sedano, prezzemolo, ruta, fico, noce, bergamotto ecc.) che contengono sostanze fototossiche (furocumarine, psoraleni) e più raramente fotosensibilizzanti che provocano l’insorgenza di fito-fotodermatiti e per questo motivo l’IFRA ha recentemente deciso di restringere significativamente i limiti di tolleranza inerenti alla presenza di alcune furocumarine a livello degli oli essenziali, soprattutto quelli della famiglia degli agrumati, spesso ricchi di tracce più o meno significative di questi composti. Da questo si può evincere uno dei motivi per cui spesso le note più utilizzate nei prodotti solari sono prettamente fruttate, legate a concetti esotici come il fico e il mapo oppure più tradizionali nel caso della nota cocco, senza tempo e sempre di successo, e quella talco leggermente gourmand. In questo caso andare verso profumi naturali per il consumatore può essere non sempre una scelta troppo saggia vista l’estrema varietà di oli essenziali che si possono trovare a disposizione e di cui è veramente arduo monitorare e mantenere costante il titolo di furocumarine, composti spesso difficili da quantificare, anche con il più moderno degli strumenti.

di L. Ilorini