SPF: dibattito su prove dermiche

Una recente ricerca pubblicata dal Journal of American Medical Association descrive uno studio online di 261 dermatologi ai quali i dati di protezione solare sono stati presentati in modi diversi. L’obiettivo era di vedere come veniva influenzata la loro percezione di efficacia della crema solare. È ben noto che un fattore di protezione solare (SPF) indica l’efficacia di un filtro solare nella prevenzione delle scottature. Da un punto di vista tecnico, le scottature dipendono dalla quantità di radiazione che inducono l’eritema (EIR) che raggiunge effettivamente la pelle; non la quantità assorbita dai filtri solari. Pertanto gli autori spiegano che raddoppiando un SPF da 30 a 60 non si dimezza, infatti, la percentuale di EIR trasmessa alla pelle; dal 3,3% al 1,7%. Per capire come i dermatologi interpretano l’efficacia della protezione solare, i ricercatori hanno presentato i valori di SPF di tre prodotti (SPF 15, 30 e 60), e l’assorbimento EIR e le percentuali di trasmissione EIR di ciascuno. Quando sono stati emessi i dati di SPF, i dermatologi hanno dato un feedback dell’efficacia della protezione solare che era leggermente più alta con l’aumentare dei dati di trasmissione dell’SPF. È interessante notare che, basse valutazioni di efficacia di protezione solare sono stati correlati con i dati di assorbimento. Il dibattito valutazione SPF e prove sulle creme solari vanno avanti da decenni. Intanto vi è un aumento delle percentuali di cancro della pelle in tutto il mondo, pertanto è necessario un nuovo protocollo di prova, un nuovo approccio alla protezione solare che ridefinisca la categoria di un prodotto solare.