Nell’annosa questione legata alla misurazione dei VOC a carattere generale e quindi anche al contributo legato alle fragranze un nuovo inventario aggiornato sulle emissioni legate a VOC, molto più accurato, è stato recentemente sviluppato da un team di ricercatori cinesi, per supplire alle grosse lacune legate a errori e incertezza di rilevazioni passate per l’imperfezione dei metodi di stima e della mancanza di dati base a cui fare riferimento.

Ogni volta che una fragranza si trova a oltrepassare particolari tipi di dogane, per esempio quella svizzera, senza fare il caso specifico del continente americano, quello più legato alla tematica dei VOC, la merce e i certificati d’analisi devono essere corredati da dichiarazioni dettagliate sul contenuto di VOC.

Con questo termine si indicano i Volatile Organic Compounds, riferendosi a ogni composto contenente almeno un atomo di carbonio, escludendo monossido di carbonio, diossido di carbonio, acido carbonico e carbonati.

Spesso è opportuno ricordare che oltre ai VOC legati alla fragranza, ci possono essere anche quelli legati ai solventi presenti nel prodotto, per esempio nel caso dei diffusori ambienti a bastoncino, dove oltre alla fragranza compresa in percentuali fra il 15% e il 25%, sono presenti solventi di diversa natura e con capacità di evaporazione diverse, partendo dai glicoli arrivando a prodotti di natura siliconica, come i Dowanol. Recentemente il CARB (California Air Resource Board) tramite la sua Enforcement DIvision ha deciso di variare la percentuale massima di solventi che possono essere utilizzati nei prodotti contenenti fragranze, con limitazioni diverse a seconda della tipologia di prodotto finito, distinguendo fra Antiperspirants/deodorants; APD Aerosol Products; Pump Spray air freshner liquid; Aerosol Air Freshner e Personal fragrance product, con quest’ultimo a intendere il normale eau de toilette utilizzato nell’igiene di tutti i giorni e prima delle serate mondane.

di L.Ilorini