L’acqua è una risorsa essenziale nel settore cosmetico senza la quale non si dissolverebbero molte delle materie prime presenti nelle formulazioni dei cosmetici e non si formerebbero le emulsioni di ogni tipo, necessarie alla stabilità e alla funzionalità di ogni prodotto. Naturalmente stiamo parlando di acqua esente da microrganismi e da sostanze come il calcare, quando utilizzata come ingrediente base per arrivare a un prodotto finito, e di acqua industriale, necessaria per la pulizia degli impianti di processo o per il raffreddamento degli stessi e altro. Due tipi di acqua completamente diversi.
L’industria cosmetica ne è perfettamente consapevole e sa dove intervenire per migliorare, per ottenere calore, nei lavaggi o nel riuso di quella utilizzata per il raffreddamento e altri usi secondari. Lo stesso vale per il recupero dell’acqua dai propri reflui industriali, valutandone la qualità in base al trattamento effettuato. Aumentare l’efficienza della depurazione può tradursi in un incremento del livello di circolarità nell’uso della risorsa idrica. Un tema da considerare sarà sempre più quello degli inquinanti emergenti, da identificare ed eliminare dai reflui industriali, al fine del riutilizzo di queste acque anche all’esterno dei siti produttivi. Interessante in tal senso sarà il dialogo all’interno dei distretti industriali, fra imprese diverse non solo cosmetiche, per condividere infrastrutture dedicate a una migliore gestione della risorsa idrica, ottenendo vantaggi dalla simbiosi industriale. In quest’ottica, si potrà pensare anche a opportuni sistemi atti a ricavare dai fanghi di depurazione sostanze, sottoprodotti e/o energia attraverso trattamenti biologici o termochimici.
Ancora in materia di inquinanti emergenti, sul fronte della formulazione sarà utile una rivalutazione del loro ruolo in formula, ove presenti, orientandosi a una loro rimozione, anticipando quello che, ormai, sappiamo essere l’indirizzo normativo. Dopo anni di scarsa attenzione alla crescente richiesta di acqua da parte dell’industria e della popolazione, oggi si guarda, finalmente, anche all’evoluzione della normativa, per porre attenzione agli inutili sprechi e agli usi impropri della preziosa risorsa, partendo dalla corretta depurazione dei reflui interni e loro riutilizzo. È un percorso meno complesso di quel che sembra se si parte dal misurare con precisione i consumi dell’acqua e dall’esame sistematico di come attuare una loro eventuale riduzione ottimizzando i processi. Meno si inquina meno si spende. Le nuove tecnologie aiutano, ormai, questi cammini virtuosi. Si tratta di adottarli.










