Cola Acuminata per combattere la cellulite

CelluliteOltre a essere fra le principali piante maggiormente conosciute per la celebre bevanda che ne deriva, è fondamentale perché grazie alla caffeina, uno fra i principali costituenti è in grado di contrastare l’inestetismo della cellulite. È una delle principali specie del genere Cola (Kola). Si tratta di una specie sempreverde dotata di un alto fusto, nativa delle foreste tropicali dell’Africa occidentale e appartenente alla famiglia delle Sterculiaceae. Piantagioni di Cola Acuminata sono presenti anche nel sud America, essenzialmente in Brasile, nelle Indie occidentali, in Jamaica e in altre regioni a clima tropicale umido.

Botanica e proprietà
Sono piante con foglie alterne, coriacee, ovali-acuminate, capaci di movimenti foto- e termo-nastici. Le infiorescenze sono portate direttamente dal tronco o dai rami e i fiori possono essere ermafroditi o unisessuali. La fioritura avviene ininterrottamente in tutte le stagioni e così pure la fruttificazione. I frutti, sono schizocarpi costituiti da 4 o 5 elementi oblunghi coriacei. Si tratta di strutture così grosse da somigliare a delle melanzane. Essi sono costituiti da follicoli oblunghi e coriacei, raggruppati a 2-6 e contenenti da 5 a 10 semi ciascuno. Tali semi, chiamati noci di cola, hanno un sapore particolarmente amaro e astringente, dovuto all’abbondante presenza di vari alcaloidi e tannini. La Cola Acuminata gode di proprietà toniche, eccitanti e ricostituenti; diminuisce la percezione della fatica e dell’affanno, migliora la contrattilità cardiaca, l’efficienza nervosa e quella cerebrale. Responsabile di tali attività sono i due principali costituenti, la caffeina e i polifenoli. Soprattutto il primo costituisce, in misura del 2-3-5%, congiuntamente a un’altra sostanza stimolante, chiamata teobromina (0,2-1% ca). La noce di cola ha anche blande proprietà diuretiche.

Come si usano le noci di Cola?
Le noci di Cola si usano essiccate solo tramite somministrazione orale. Non sono conosciuti fino a ora applicazioni per uso esterno. Tutto questo vale sia per i problemi di stanchezza mentale e fisica, ma anche per i trattamenti di bellezza mirati alla riduzione del peso e alla cura della cellulite. Altri usi sono nell’industria alimentare per aromatizzare gelati e bibite. Per quanto riguarda la forma erboristica gli estratti di noci di Cola sono venduti sotto forma di capsule. La dose consigliata è di una compressa per tre volte al giorno. Nelle capsule questi estratti sono mischiati a altre piante per ottenere effetti dimagranti e di controllo del peso corporeo. Un’altra forma “farmaceutica” è la tintura di Cola, usata soprattutto in omeopatia. La tintura di noci di Cola si ottiene diluendo i principi attivi in alcool e acqua, cioè con diverse gradazioni alcoliche. Le noci di cola si possono anche trovare sotto forma di polvere da usare per preparare dei liquori, chiamati, in questo caso, elisir. Per preparare un elisir di noci di Cola servono quelle torrefatte e polverizzate, che devono essere fatte a macerare in un vaso a chiusura ermetica con alcool e glicerina per 48 ore.

Composizione chimica
La noce di Cola è stata utilizzata per secoli dalle civiltà antiche, in quanto veniva sia masticata per ripristinare la vitalità di una persona e per promuovere la digestione, sia consumata per agire da stimolante sessuale, sia impiegata come particolare incenso durante le funzioni religiose. I costituenti della noce di cola sono: caffeina, betaina, niacina, fenolici, proteine, riboflavina, amido, tannini e grassi.

celluliteCaffeina
È un alcaloide naturale di origine vegetale, che si trova nelle foglie, nei semi e nei frutti di oltre 63 specie di piante. È l’omologo e superiore alla teobromina, sostanza contenuta nel cacao, e della teofillina, alcaloide contenuto nelle foglie di tè (fig.1). La caffeina non è solo presente nelle foglie del caffé ma anche nelle foglie di tè e del Mate e nei semi di Guaranà e della Cola Acuminata. A dosi terapeutiche (100-200 mg) produce una lieve stimolazione del sistema nervoso centrale, che può facilitare il lavoro fisico e intellettuale. Gli effetti della caffeina si manifestano con azione stimolante sul sistema nervoso centrale, sull’apparato cardiovascolare, sul rilascio delle catecolamine, sulla sintesi acida a livello gastrico e sul metabolismo in generale. L’effetto della caffeina è biologicamente mediato dall’aumento di AMP ciclico (adenosina 5’-monofosfato ciclico) con un’azione combinata su due livelli (fig.2):

Aumento della sintesi di AMPc: la caffeina blocca l’inibitore dell’enzima adenilato micronodulo, così formato, va incontro a un processo involutivo causato dalla disidratazione e dal ridotto apporto di substrati, con conseguente formazione di zone capsulate di dimensioni maggiori, dette macronoduli. Queste strutture compromettono in modo definitivo la diffusione di nutrienti e ossigeno, causando accumulo di prodotti catabolici e rifiuti cellulari che portano a degenerazione o sclerosi e senescenza precoce del tessuto. Le cause eziologiche della cellulite sono molteplici. Sicuramente intervengono attori fisiologici quali il connettivo lasso, l’esistenza di mucopolisaccaridi con tendenza a polimerizzare e una profonda tendenza alla riduzione degli scambi trofici, causa scatenante dell’intossicazione e dell’invecchiamento cellulare: inoltre l’azione ormonale degli estrogeni, che inducono ritenzione idrica e liposintesi, e dei corticosteroidi, che sembrano intervenire nell’eziopatogenesi di questo processo predisponendo l’individuo alla cellulite. Sono coinvolti anche fattori genetici. Le differenti cause ci permettono di capire meglio gli approcci diversi che integrano l’intervento cosmetico anti-cellulitico adottando opportuni trattamenti sia estetici che di tipo fisico, massaggi, bendaggi, Vega MRT (Rigenerazione e drenaggio linfatico), attività fisica e controllo alimentare, concorreranno a garantire e mantenere quello stato di benessere e di forma fisica, ritardando l’instaurarsi o il peggiorare di un inestetismo sempre più diffuso anche tra popolazione femminile giovanile. ciclasi che trasforma ATP in AMPc.

Rallentamento della degradazione di AMPc: la caffeina inibisce l’enzima fosfodiesterasi, che trasforma AMPciclico in AMP. Gli effetti psicotropi sono controversi poiché dosi minori di 500 mg manifestano sensazioni piacevoli con aumento dello stato di sveglia, di allerta, della capacità di concentrazione e miglioramento generico dell’efficienza fisica e mentale. Al contrario, dosi maggiori inducono agitazione, tremori, nausea, irrequietezza, performance discontinua e diuresi. Questi sono dovuti all’inibizione dei recettori benzodiazepinici da parte della sola caffeina dotata di un grado di lipofilia maggiore dei suoi metabolici e tale da permetterle di attraversare la barriera ematoencefalica più facilmente. Sulla muscolatura scheletrica la caffeina ha effetto contrattile, stimolando il rilascio di Ca2+ nel reticolo sarcoplasmatico per interazione con i recettori rianodici (Rg R1): per questa sua azione è usata nel protocollo europeo per la diagnosi dell’ipertemia maligna, grave sindrome farmacogenetica. La stimolazione di recettori analoghi (Rg R2) presenti a livello cardiaco, e la contemporanea inibizione della fosfodiesterasi, giustificano l’azione cardiostimolante, che ad alte dosi può causare però aritmie, tachicardia e fibrillazione ventricolare. Caffeina e paraxantina sono in grado influenzare la pressione arteriosa perché aumentano la resistenza vascolare sistemica mediante blocco dei recettori adenosinici con effetto contrattile; per ogni tazza di caffé, la pressione sistolica aumenta di 0.8 mmHg, mentre quella diastolica di 0.5 mmHg. La caffeina viene impiegata contro l’emicrania per facilitare l’assorbimento e potenziare l’attività dell’ergotamina, la quale induce vasocostrizione e riduzione del flusso sanguigno extracranico, coinvolgendo i ricettori serotoninergici. Ulteriore conseguenza del blocco delle azioni della adenosina è l’effetto antidolorifico. La caffeina è in grado di ridurre il rilascio di mediatori dolorifici indotto dall’adenosina a livello delle terminazioni nervose ed è capace di attivare le vie noradrenalinergiche, che svolgono azione soppressiva sul dolore, e di stimolare il sistema nervoso riducendo la componente affettiva nell’elaborazione della stimolazione. Infine la caffeina stimola la secrezione acida a livello gastrico per azione sui recettori H2: per questo motivo essa andrebbe evitata nei soggetti predisposti all’ulcera.

figg1-2colaUso cosmetico della caffeina
Se in campo farmaceutico la caffeina trova sempre meno spazio per far posto a farmaci più efficaci e selettivi, in cosmesi trova maggior utilizzo come coadiuvante per il trattamento della cellulite, date le potenzialità lipolitiche e termogeniche. Infatti, il principio attivo “caffeina” ha la capacità di stimolare il drenaggio e la rimozione dei liquidi stagnanti (funzione antiedematosa) e di stimolare la mobilizzazione degli acidi grassi nel tessuto adiposo (attività adipolitica). Risulta, quindi, molto utile come coadiuvante per il trattamento della cellulite, per le potenzialità lipolitiche e termogeniche. L’uso topico della caffeina non comporta a oggi controindicazioni, poiché l’assorbimento transdermico non mostra concentrazioni ematiche tali da indurre effetti sistemici. Sappiamo che per cellulite s’intende il processo sclerotico del tessuto adiposo, che si differenzia dallo stato di obesità localizzata, per la contemporanea presenza di noduli che alterano la struttura del tessuto adiposo. L’inestetismo cellulitico è frequente soprattutto nelle donne e si manifesta in distretti corporei ben definiti (cosce, glutei, fianchi ecc.). Il processo cellulitico origina da alterazioni del microcircolo, con aumento della permeabilità dei capillari situati nel derma e nel lipoderma, che lasciano fuoriuscire plasma in eccesso negli interstizi cellulari generando edema. L’aggravante di questa manifestazione è la concomitante perdita di efficacia del sistema drenante linfatico. La pressione che questa massa in eccesso esercita sulle cellule ne altera le funzioni, con conseguente disorganizzazione delle strutture tessutali fino alla rottura dell’adipocita. La fuoriuscita del contenuto cellulare o la fusione con cellule vicine stimolano i processi difensivi con conseguente sintesi di collagene fibroso che ingloba cellule adipose in una struttura organizzata e isolata: il nodulo cellulitico. Il sua capacità di stimolare il drenaggio e la rimozione dei liquidi stagnanti (funzione antiedematosa), anche se la principale azione della molecola è quella di stimolare la mobilizzazione degli acidi grassi nel tessuto adiposo. L’attività adipolitica è costante e ciclica nel tessuto normale con ritmo di circa 15 giorni. Essa avviene grazie all’intervento di ormoni quale il glucagone e l’ATCH che stimolano l’adenilato ciclasi a trasformare l’ATP in AMPc, il quale con azione ormono-simile stimola, tramite fosforilazione, l’attivazione della lipasi adipolitica. Questa permette l’idrolisi dei trigliceridi in digliceridi, successivamente scissi in acidi grassi e quindi rimossi. La caffeina stimola l’attività dell’AMPc inibendo la fosfodiesterasi, enzima che degrada l’AMPc e impedisce la lipolisi. Per risolvere l’inestetismo è opportuno integrare l’intervento cosmetico con opportuni trattamenti estetici di tipo fisico (massaggi, bendaggi, elettroestetica, pneumoestetica) allo scopo di aumentare l’efficacia dell’applicazione topica. L’uso topico della caffeina non comporta a oggi controindicazioni, poiché l’assorbimento transdermico non mostra concentrazioni ematiche tali da indurre effetti sistemici. L’utilizzo topico della caffeina in ambito cosmetico è indicato per il trattamento della cellulite e delle adiposità localizzate ed è giustificato per gli effetti catabolici sugli adipociti come descritto in precedenza. La cellulite non trova beneficio nell’intervento sistemico, perché i principi attivi e la basi xantiniche assunte non raggiungono le formazioni nodulari che sono isolate e collocate in distretti scarsamente irrorati. La caffeina ha caratteristiche ideali per essere assorbita per applicazione topica, grazie a un buon “HLB” che non consente la diffusione attraverso l’epidermide. Diverse formulazioni sono state realizzate per migliorare ulteriormente la cinetica di assorbimento inserendo altri principi attivi, tra i quali il limonene, oppure ricorrendo all’inserimento della caffeina nei liposomi. L’assorbimento è tale da raggiungere gli adipociti sui quali manifesta le proprie funzioni cataboliche, sottraendosi all’immissione nel letto vasale, non portando a picchi ematici tali da indurre effetti sistemici. La caffeina risulta perciò sicura per il trattamento cosmetico della liposclerosi. È opportuno ricordare che l’assorbimento per cutaneo di principi attivi è influenzato dal grado d’idratazione cutanea: la componente lipidica epidermica costituisce il principale veicolo per la dissoluzione delle sostanze applicate. Una sua modificazione o riduzione, comune nel processo di invecchiamento cutaneo, può causare una diminuzione dell’assorbimento. Per questo motivo è consigliabile assicurare la nutrizione e l’idratazione cutanea con prodotti contro l’invecchiamento specifici per le zone da trattare, per migliorare l’efficacia del trattamento estetico. Un particolare recente utilizzo della caffeina ne prevede l’uso come filtro solare per le sole radiazioni UVC, grazie all’assorbimento in questa particolare zona dello spettro elettromagnetico. Il potere schermante su queste radiazioni altamente energetiche, che a lungo andare possono sviluppare neoplasie a carico dell’epidermide, costituisce un fattore di attuale e rinnovato interesse per contrastare gli effetti dannosi causati dall’assottigliamento dello strato di ozono. Sempre nell’ottica di prevenzione dagli effetti dannosi delle radia zioni ultraviolette, studi in vitro hanno evidenziato che la caffeina per via orale svolge azioni protettive nei confronti dei raggi UVB riducendone la potenzialità cancerogena.

I flavonoidi
Sono composti chimici naturali, diffusi nelle piante superiori e particolarmente conosciuti e apprezzati per le loro proprietà salutistiche. Sono infatti dei potenti antiossidanti utili per garantire l’ottimale funzionamento di fegato, sistema immunitario e capillari; contribuiscono inoltre alla prevenzione di numerose patologie, come quelle cardiovascolari, infiammatorie e persino alcune forme tumorali. L’ampia varietà di azioni biologiche ascritte ai flavonoidi dipende in gran parte dalla loro capacità di bloccare il danno provocato dai radicali liberi, che si correla in maniera importante con molte patologie croniche degenerative. Le proprietà antiossidanti dei flavonoidi rendono la Cola Acuminata un potente costituente dei cosmetici. Oltre ad agire per il benessere e la bellezza delle cellule dell’organismo, inducendo un potente effetto anti-cellulitico, esplicano una potente azione antiossidante, difendendo le cellule da radicali liberi o sostanze in grado di attaccare e danneggiare le cellule del nostro corpo.

Benefici
Grazie all’apporto di caffeina che contiene, è in grado di contrastare la sensazione di appetito che può presentarsi più e più volte durante la giornata, cosa che si rivela estremamente utile in uno specifico programma di perdita di peso. Sempre dal punto di vista alimentare, la noce di Cola è in grado di aiutare a secernere i succhi gastrici, favorendo così una buona digestione e un corretto apporto di energia alle cellule. È un forte stimolante ed eccitante, fornendo un’ottima spinta al cuore e al sistema nervoso. Quando viene ingerita può aumentare l’energia fisica e la temperatura corporea, cosa che si rivela efficace per bruciare i grassi e le calorie in eccesso. La caffeina e la teobromina che la compongono aumentano anche l’afflusso di sangue alla testa. Altri vantaggi riguardano una migliore guarigione sia dei tagli sulla pelle, sia delle patologie renali e reumatiche, grazie alle lievi proprietà diuretiche che la contraddistinguono. La forma di base costituita anche dalle foglie della noce è talmente potente da venir utilizzata in medicina come stimolante cardiaco.

Bibliografia
– MA. Sonibare, MO. Soladoye, OO. Esan, OO. Sonibare. Phytochemical and antimicrobial studies of four species of Cola Schott & Endl. (Sterculiaceae). Afr J Tradit Complement Altern Med. 2009 Jul 3;6(4):518-25.
– A. Bennett, K. Weinberg e Bonnie Bealer. Caffeina. Storia, cultura e scienza della sostanza più famosa del mondo. Ed. Donzelli, 2002.

 

di P. Ponzo, biologa molecolare