Il cavolo cappuccio (Brassica oleracea var. capitata) è ampiamente coltivato nelle principali regioni dell’Asia (Repubblica di Corea, Giappone e Cina) e rappresenta circa il 6,5% della produzione mondiale di ortaggi. Contiene vari componenti bioattivi, tra cui vitamina C, glucosinolati, carotenoidi, flavonoidi e polifenoli. Viene consumato principalmente per le foglie, che si dividono in foglie del cappuccio (CH) e foglie esterne (OL).
La parte ad uso alimentare è la prima. La seconda, assieme alle radici, viene rimossa durante i processi di produzione, raccolta e distribuzione. Le porzioni rimosse costituiscono circa il 30% della produzione totale, generando una quantità significativa di materiale di scarto.
Brassica oleracea: sottoprodotti a confronto
Dato l’elevato potenziale nutrizionale e bioattivo dell’olio di cavolo, esplorarne l’uso come ingrediente naturale in depigmentanti cutanei si configura come opportunità preziosa per affrontare sia la questione dei sottoprodotti agricoli, sia la crescente domanda di materie prime cosmetiche sostenibili.
Il presente lavoro, pubblicato su Scientific Reports, prende in esame le potenzialità cosmetiche degli estratti di foglie esterne di cavolo (OLE), analizzandone le proprietà antiossidanti, lenitive e inibitorie della tirosinasi, nonché il ricco contenuto in antiossidanti, vitamine e glucosinolati.
Nello specifico, lo studio indaga le attività depigmentanti, antiossidanti e lenitive dell’estratto di foglie esterne di cavolo e le confronta con quelle dell’estratto di foglie del cappuccio.
Ingrediente funzionale dal valore aggiunto
Per l’estratto di foglie esterne di cavolo sono stati riscontrati livelli significativamente più elevati di polifenoli totali, flavonoidi e glucosinolati rispetto a quello di foglie del cappuccio, dato che si traduce in eccellenti attività di scavenging dei radicali liberi. L’ingrediente in questione ha, inoltre, ridotto la produzione di ossido nitrico nei macrofagi RAW 264.7, dimostrando una spiccata capacità lenitiva.
In particolare, l’azione di inibizione della tirosinasi ha raggiunto il 100,4% rispetto a quella dell’acido ascorbico. La vitamina C e le tracce di sulforafano rilevate nell’estratto di foglie esterne di cavolo, e assenti in quello di foglie del cappuccio, hanno probabilmente contribuito agli effetti soprariportati.
I risultati ottenuti suggeriscono che l’olio di cavolo, un sottoprodotto agricolo, è molto promettente come ingrediente funzionale per applicazioni cosmetiche, rimarcandone il potenziale per la valorizzazione dei rifiuti.
Sono auspicabili ulteriori indagini a livello cellulare e molecolare per chiarire la precisa biodisponibilità e l’efficacia dei composti derivati dall’estratto di foglie esterne di cavolo per uso cosmetico.
Lee H., Kim K., Park K. et al. Skin whitening potential of extracts from discarded cabbage outer leaves. Sci Rep 15, 25947 (2025). https://doi.org/10.1038/s41598-025-03568-6