Formazione ed export per rilanciare l’estetica professionale

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Le vendite di cosmetici nel canale dell’estetica professionale tornano a salire nel 2016, come evidenzia l’indagine congiunturale di Cosmetica Italia, che delinea il quadro degli andamenti del mercato cosmetico e dell’industria, a preconsuntivo dell’esercizio da poco concluso. Nel secondo semestre 2016, infatti, i saloni di estetica hanno registrato +4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato che forse non era nelle attese, visto che l’avvio del 2016 aveva confermato gli andamenti in flessione (-2%) già visti negli scorsi esercizi.
Anche la previsione per il 2017 sembra positiva, a promettere un incremento del 2,2% nella prima metà dell’anno. E in effetti è ottimistica la prospettiva che ne hanno gli imprenditori che, come riporta Fabio Berchi, presidente Gruppo Cosmetici per l’Estetica (GCE) di Cosmetica Italia, vedono sul mercato e soprattutto nei nuovi concept di centri estetici, in particolare quelli nati dai centri nail, un promettente dinamismo.

Fabio Berchi

Da tempo, la nota economica di Cosmetica Italia rileva per gli istituti di bellezza un calo delle frequentazioni, in parte dovuto alla crisi e in parte a una certa difficoltà del canale a disegnare una propria identità. Oggi, secondo Berchi, le cose possono migliorare anche in virtù degli investimenti delle imprese sul prodotto, per esempio nei settori in espansione della podologia e della cura e decorazione unghie, ma anche e soprattutto nella formazione dell’estetista. «Uno degli investimenti più importanti per il futuro di questo settore -sottolinea il presidente GCE – è proprio mettersi a fianco di questi professionisti e aiutarli a parlare con i clienti e ad affrontare il mercato, come si faceva in passato, quando proprio gli investimenti delle aziende sul canale hanno fatto decollare il mercato dell’estetica professionale. Oggi le giovani leve delle estetiste sono meno attive nella propria formazione: le aziende dovranno trovare il modo di supportarle. Non basta la presentazione del prodotto per fare formazione. Servono iniziative che trattino approfonditamente la tecnica e i trattamenti, che costituiscono l’80% del fatturato dei centri estetici. Ma soprattutto le aziende dovranno formare gli addetti nell’interfacciarsi con i clienti, nel reclutarli, fidelizzarli, aumentare la frequentazione del punto vendita».
Ma le sfide per le imprese non si limitano al mercato interno. È infatti con l’internazionalizzazione che il settore cosmetico ha reagito alla stagnazione dei consumi che, pur se in misura limitata, si è fatta sentire in Italia anche per i beni di igiene e bellezza nel periodo più buio della crisi. L’orientamento ai mercati esteri è spiccato per alcuni comparti dell’industria italiana del beauty, per esempio le aziende conto terzi e dell’acconciatura professionale, ma ancora circoscritta per le imprese dell’estetica. «Oggi ci sono due difficoltà -osserva Berchi. –La prima è la ridotta dimensione della maggior parte delle imprese di questo comparto, che rende difficile destinare risorse e personale a investimenti complessi come quelli per proporsi all’estero. La seconda riguarda la distribuzione: per il prodotto professionale è infatti necessario trovare un partner in grado di sviluppare all’estero un’attività di costruzione del mercato, e non è facile. Puntare a mercati diversi da quelli europei significa acquisire competenze e adottare modalità di operare differenti rispetto al mercato nazionale, ottemperanza regolatoria, conoscenza della distribuzione e del mercato: sono progetti da pianificare con cura».
L’internazionalizzazione rappresenta comunque una opportunità anche per le imprese del settore dell’estetica. Cosmetica Italia ci crede, riporta Berchi «il Gruppo Cosmetici per l’Estetica ha creato un gruppo di lavoro su questo aspetto e partecipa attivamente a tutte le attività che Cosmetica Italia organizza per aiutare le imprese a proporsi all’estero. Si tratta di incontri, fiere e missioni esplorative che possono aiutare a muovere i primi passi».

di E.Perani