L’eterna giovinezza vale 26 miliardi di dollari

A tanto ammonta il volume d’affari generato lo scorso anno dai soli prodotti cosmetici anti-età: una somma che lievita ulteriormente e in modo significativo se si considera anche il business dei servizi di correzione degli inestetismi e dei difetti dell’invecchiamento. E le prospettive future sono rosee.
«Gli ingredienti attivi che procurano effetti benefici anti-invecchiamento in prodotti come i fondotinta e i trucchi per il viso presentano concentrazioni minori rispetto alle soluzioni classificate tout court come anti-ager. L’obiettivo dell’integrazione delle proprietà che contrastano i segni dell’età per esempio nei fondotinta è quello di offrire una protezione senza difetti alle pelli mature». Lo ha detto commentando una ricerca dedicata ai prodotti anti-età la senior analyst per l’area Beauty and personal care di Euromonitor International Oru Mohiuddin, che ha poi aggiunto «le rughe creano delle spaccature nel trucco e rappresentano perciò un problema nel trattamento delle epidermidi più anziane. L’utilizzo di particelle colorate come la mica nelle applicazioni anti-aging è di aiuto nel riempimento di questi difetti e nel diminuire la visibilità delle rughe. La copertura può inoltre diventare ancora più efficace quando gli ingredienti anti-invecchiamento sono integrate nei fondotinta con lo scopo di idratare la pelle. E tendenzialmente, per ottenere risultati migliori, i prodotti anti-aging e i fondotinta di questa categoria dovrebbero essere usati come complemento al maquillage tradizionale, anziché in qualità di suoi sostituti. Poiché la richiesta di una maggiore efficacia cresce chiaramente di pari passo con l’età anagrafica, i consumatori più maturi devono usare i prodotti anti-age unitamente ad altri come parte di una strategia di bellezza più articolata». Mentre tuttavia Oru Mohiuddin si è concentrata in questa sede sulle caratteristiche tecniche di alcune delle linee disponibili sui mercati; d’altra parte i numeri elaborati dallo stesso osservatorio globale di Euromonitor International non fanno che confermare il trend di una crescente richiesta di articoli capaci di mantenere la bellezza esteriore intatta il più a lungo possibile. Un incremento in valori e volumi che va di pari passo con in desiderio, da parte dei più anziani e non solo, di presentarsi sempre al meglio della forma, con un aspetto dinamico e fresco. Non a caso, come si vedrà, la corsa all’eterna giovinezza risulta trainata sia dal make up mirato; sia da interventi clinici.
Il mercato premia i prodotti di fascia alta
Le stime di Euromonitor circa i valori espressi dall’industria degli antirughe sono relative allo scorso anno ma contribuiscono ugualmente a rendere l’idea delle dinamiche di un settore in forte ascesa su scala mondiale; ma frenato invece nell’Europa Occidentale, dove è ormai consolidato. Complessivamente nel 2014 il fatturato generato dall’industria è stato pari a 25,9 miliardi di dollari suddivisi fra gli 11,5 dei prodotti di fascia alta e i 14,4 miliardi attribuibili al mass market. Quanto al vecchio continente, esso ha assistito nello stesso periodo a vendite da 5,9 miliardi e a sua volta a una prevalenza delle confezioni indirizzate al pubblico di massa, che hanno totalizzato 3,2 miliardi. Il segmento Premium, al contrario, non ha oltrepassato i 2,7 miliardi di dollari in valori. È però sotto l’aspetto delle percentuali di crescita che le discrepanze fra i Paesi dell’Unione (e dintorni) e il resto del pianeta si fanno più percepibili. Se a livello globale il tasso di espansione del mercato fra il 2013 e il 2014 è stato pari a 5,l5 punti; nelle nazioni dell’Ovest europeo non si è andati oltre il +2,1%. E mentre altrove le categorie Premium e Mass hanno conquistato rispettivamente 5,9 e 4,9 punti percentuali; qui ci si è fermati al +1,7 segnato dai primi e al +2,4% registrato dai secondi. Meno vivace di altri, il panorama dell’Europa Occidentale è però tutt’altro che statico, come dimostra fra gli altri il caso dell’Italia, preso in considerazione dai ricercatori di Canadean. Sul finire dello scorso anno l’istituto certificava come i prodotti anti-age stessero dando vita a un’economia tanto vitale da incidere per il 20% sui ricavi totali del business della cosmetica. Secondo il think tank nordamericano in prima linea fra i consumatori di queste gamme ci sono nella Penisola i 45-54enni, che incarnano il 48% dell’intera torta con buone prospettive di superare il 50. Anche nell’apparentemente più austera Germania, e sempre stando a Canadean, la richiesta di cosmetici anti-età si fa sempre più forte. E interessa però un pubblico persino più vasto e variegato. È infatti opinione degli analisti che soprattutto gli uomini fra i 25 e i 44 anni stiano diventano un target quanto mai appetibile per i produttori, data la loro domanda di prodotti per la prevenzione.

antiageNiente rughe, siamo inglesi
Attenti alla qualità e alla superiorità dell’offerta in termini di validità delle formulazioni, i tedeschi stanno spingendo i grandi marchi a ulteriori sforzi di ricerca, sviluppo e innovazione, allo scopo di differenziarsi dalle private label, che con prezzi più competitivi conquistano ora quote di mercato. Interessanti anche le evoluzioni in territorio britannico, dove il 20% dei consumatori sarebbe preoccupato dei segni di invecchiamento percepibili sulla sua pelle; ma dove solamente il 33% circa di essi avrebbe fatto effettivamente ricorso a prodotti cosmetici anti-age. La composizione di questa base di clientela è inoltre degna di nota poiché nel parere degli esperti il 56% degli over-55, i più intimoriti dal passare del tempo, non ha mai utilizzato soluzioni anti-età. Si presentano perciò come interlocutori d’interesse potenzialmente cospicuo per i produttori, visto che pesano per il 28,7% sulla intera popolazione dei sudditi di Sua Maestà. Per Veronika Zhupanova, analista di Canadean, sino a questo momento i brand più celebri hanno mancato il bersaglio a causa di alcuni errori di comunicazione. Primo fra tutti quello di non aver considerato che gli ultracinquantenni spesso si confrontano con l’anzianità in modo sereno. E che allora andrebbero loro proposti articoli capaci di sposare le proprietà anti-rughe (e simili) con effetti estetici di puro edonismo nella cura della pelle. Sguardi al futuro e naturalmente anche in direzione di altre aree geografiche sono quelli lanciati da case come Transparency Market Research, la quale ha calcolato che nella sua interezza il mercato mondiale dei cosmetici e dei trattamenti anti-aging, inclusi gli interventi di chirurgia estetica totalizzasse 122,3 miliardi di dollari nel 2013. E ne ha altresì pronosticata una crescita a tassi del 7,8% sino al 2019, verso un valore superiore ai 191 miliardi. Ma Transparency Market Research ha stimato anche che il segmento dei servizi correlati all’estetica e al ringiovanimento potrà espandersi a ritmi annui del 5% per tutto il decennio. Il che porterebbe vantaggi competitivi a comparti come quello della chirurgia plastica o dei trattamenti non-invasivi, grazie all’introduzione di tecnologie innovative e sicure. Ancora Transparency Market Research ha messo in luce con un report datato al luglio di quest’anno come il mercato totale dell’anti-invecchiamento in Asia sia atteso nei prossimi quattro-cinque anni a una espansione del 9,3% l’anno verso un picco di fatturato da 30,92 miliardi. Nel continente sono le formule antirughe a garantire sinora i margini più importanti, in virtù della presenza di un 40% di abitanti di una fascia di età compresa fra i 25 e i 50 anni. In Europa, secondo la società di ricerche, sono stati i trattamenti al laser ad accaparrarsi il market share più imponente. Mentre un autentico boom potrebbe verificarsi a breve in America Latina dove i servizi anti-aging rappresentano la parte più ampia di un mercato del valore totale di 1,466 miliardi di dollari Usa.

Bibliografia
-Euromonitor International: www.euromonitor.com/
-Canadean: www.canadean.com/
-Transparency Market Research: www.transparencymarketresearch.com/

di R. Carminati in collaborazione con Euromonitor International