Sensibilità cutanea: modelli cutanei a confronto

Negli ultimi anni parecchi Paesi, Europa in prima fila, hanno reso obbligatorio l’uso di test alternativi alla sperimentazione animale per le valutazioni di sicurezza di ingredienti cosmetici e formulazioni. Sono così stati sviluppati vari modelli cutanei che possono essere utili anche in ambito farmacologico. Un gruppo di ricercatori statunitensi ha messo a confronto l’efficacia di diversi modelli cellulari di cute nel valutare il potenziale irritante di 396 differenti sostanze.

Il primo passo è stato testare ogni composto in due modelli modello 2D monostrato, uno di cheratinociti neonatali primari e l’altro di cheratinociti umani immortalizzati, per individuare quelli tossici. A loro volta, questi 46 sono stati sottoposti a valutazione per sensibilità cutanea in modelli 3D, nello specifico una epidermide umana ricostruita (RhE) e una cute a tutto spessore (FTS). Lo studio ha evidenziato che il modello RhE è utile nell’individuare la citotossicità indotta da irritanti, mentre il modello FTS è migliore nell’individuare la secrezione di IL-1 α. Il team ha inoltre evidenziato che la secrezione di IL-1 α e quella di IL-18 possono aiutare a distinguere il potere sensibilizzante di una sostanza chimica. Inoltre, si è dimostrato che un modello 2D monostrato può essere utile nel fare il primo screening, mentre gli altri due modelli più complessi sono più adatti a individuare endpoint funzionali e quindi possono entrare in gioco in un secondo tempo.

Wei Zhengxi, Liu Xue, Ooka Masato, Zhang Li, Song Min Jae, Huang Ruili, Kleinstreuer Nicole C., Simeonov Anton, Xia Menghang, Ferrer Marc. Two-Dimensional Cellular and Three-Dimensional Bio-Printed Skin Models to Screen Topical-Use Compounds for Irritation Potential. Frontiers in Bioengineering and Biotechnology 2020, Volume 8, Pag 109. DOI=10.3389/fbioe.2020.00109.

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fbioe.2020.00109/full