Celle di Franz stampate in 3D: un tentativo

Le celle di Franz sono utilizzare, in vitro, per valutare la capacità degli attivi cosmetici di penetrare nella cute. Un gruppo di ricerca inglese ha trovato modo di stampare queste cellule in 3D usando una resina trasparente, testandone poi l’efficacia nello studio di alcuni attivi differenti: terbinafina cloridrato (TBF), niacinamide (NIA), acido diclofenac libero (DFA) e n-metil parabene (MPB). In particolare, i ricercatori hanno confrontato la capacità delle celle stampate con quella delle celle in vetro usate tradizionalmente. Dal momento che il MPB si è dimostrato essere l’attivo più sensibile alle celle stampate in 3D, perché ha il più basso tasso di recupero, nei test di permeazione in vitro i ricercatori hanno usato solo questa sostanza, scegliendo come membrana una di polidimetilsiloxane (PDMS).

Ciò che si è cercato di determinare è se gli attivi creassero legami con le nuove celle, che devono essere invece completamente inerti. Ed ecco i risultati dello studio: le celle stampate si sono mostrare creare legami con tutte le sostanze. Il MPB è quello che ha mostrato il recupero più basso, come detto. Questa riduzione permane sia costruendo le celle con una resina commerciale che con una polimerica fatta in casa. Inoltre, l’aggiunta di cappotti idrofobici alle celle non ha modificato i risultati. Le celle mostrano in ogni caso di creare legami con gli attivi, cosa che non deve succedere in questo tipo di test. Quindi la stampa 3D può essere effettuata con successo, ma non è stata individuata ancora la sostanza più adatta.

Bruno C. Sil, Miguel P. Alvarez, Yanling Zhang et al. 3D printed Franz type diffusion cells. International Journal of Cosmetic Science. Pubblicato online il 20 novembre 2018. doi: https://doi.org/10.1111/ics.12504

link: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/ics.12504