Allergeni nelle fragranze: le restrizioni sono efficaci?

Elio Mignini.
Elio Mignini.
Elio Mignini.

Il commento di Elio Mignini, past president di SICC

In merito alle misure proposte dalla Commissione per limitare il problema della potenziale allergenicità di alcuni ingredienti utilizzati nei profumi e sottoposte a pubblica consultazione dal 13 febbraio al 14 maggio, la Società Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche (SICC) ha espresso forti perplessità. Anche la misura che obbligherebbe ad elencare in etichetta gli allergeni eventualmente presenti nel prodotto, considerata da molti il male minore, non è ritenuta di grande utilità da Sicc, perché diventerebbe talmente complessa per il consumatore da allontanarlo dalla comprensione del prodotto. Inoltre, spiega Elio Mignini, past president di Sicc, «sarebbe un provvedimento complicato anche dal punto di vista dei controlli, in quanto comporterebbe la verifica delle concentrazioni nel prodotto dei molti allergeni listati, oltre cento se pensiamo che si aggiungono a quei 26 per i quali l’indicazione in etichetta è obbligatoria dal 1999». D’altra parte, a fronte del parere di SCCS, che esprime preoccupazione per il potenziale di indurre sensibilizzazioni e reazioni allergiche rilevato a carico degli allergeni contenuti nelle fragranze, il consumatore con predisposizione o problemi di allergia dovrebbe essere tutelato. «La domanda che ci facciamo è se la via delle restrizioni sia la più efficace per proteggere il consumatore –riflette Mignini. -Infatti, proprio per le sue peculiarità, la patologia allergica è difficile da tenere sotto controllo, le sensibilizzazioni sono imprevedibili e le reazioni sono diverse da individuo a individuo. L’Opinion di SCCS raccoglie una mole notevole di dati allergologici pubblicati e fornisce una valutazione sulla base della letteratura disponibile. Oltre ai dati epidemiologici, sono stati esaminati studi in cui per la selezione dei soggetti allergici si sono utilizzati mix di compound particolarmente ricchi di allergeni, alcuni dei quali, come il balsamo del Perù, già da tempo esclusi dai cosmetici. A nostro parere il lavoro di SCCS ha una sua valenza ed evidenzia un problema, ma il provvedimento così come è stato pensato non mette il consumatore al riparo da questi rischi, nè si può escludere che l’estensione di questi tipi di test sull’uomo possa provocare reazioni allergiche, il che non è condivisibile dal punto di vista etico».
Trovare soluzioni che davvero possano difendere la salute delle persone allergiche è, secondo SICC, un obiettivo da perseguire non attraverso le restrizioni, che priverebbero del piacere e della creatività dei profumi tutti i consumatori che non hanno problemi di allergie, ma attraverso la via dell’innovazione. «Un approccio innovativo potrebbe essere, per esempio, sviluppare test allergologici in vitro, a rapida risposta, da rendere anche disponibili in kit portatili, che permettano al consumatore di effettuare al momento dell’acquisto una prova dell’eventuale incompatibilità al prodotto; ma questa è una idea difficile da realizzare, non tanto dal punto di vista scientifico, ma per il complesso di interessi in gioco» afferma Mignini.
C’è poi una questione più filosofica sollevata dal past president di SICC. «Il cosmetico è ancora considerato un bene voluttuario e, come tale, si ritiene che qualsiasi rischio a esso associato debba essere eliminato; persino il Legislatore non ammette per il cosmetico la valutazione del rischio/beneficio come criterio utilizzabile nella valutazione del rischio. Questo ragionamento parte da un presupposto non corretto: la presenza rilevante dei cosmetici nella quotidianità dei consumatori è l’evidenza che, al contrario, le persone li considerano beni irrinunciabili per la salute e il benessere personale e, probabilmente, sono disposte ad assumersi qualche rischio, purchè conosciuto e correttamente comunicato in modo trasparente –sottolinea Mignini. E conclude: -non pensiamo di arrivare all’utilizzo di un “bugiardino” come quello farmaceutico, ma per esempio attraverso l’utilizzo di strumenti promozionali, come quello che è alla base del “Cosmerit Award” istituito dalla SICC per premiare le aziende virtuose da questo punto di vista».

di E.Perani