L’Assemblea Pubblica 2023 di Cosmetica Italia dal titolo Il sistema della cosmetica per l’Italia. Una filiera di eccellenza per creare valore, ospitata presso l’Ara Pacis di Roma il 28 febbraio, è stata un’occasione di riflessione e confronto sul settore della cosmetica in Italia, un comparto che ha superato la frenata economica connessa al Covid-19 e punta, entro fine anno, al superamento dei valori pre-pandemia.
L’occasione ha offerto anche l’opportunità di presentare per la prima volta i risultati della ricerca La cosmetica crea valore per l’Italia condotta da Althesys, con il contributo del Centro Studi di Cosmetica Italia, che ha misurato il valore condiviso generato dal sistema della cosmetica per l’intero Paese.
Il cosmetico italiano, settore in continua crescita
Con il 67% del make up utilizzato in Europa e il 55% di quello utilizzato a livello globale di fabbricazione italiana, il settore della cosmetica si rafforza nella sua posizione di ‘fiore all’occhiello’ del Made in Italy.
Si tratta di un comparto caratterizzato da una notevole solidità e il suo ritorno alla normalità era stato evidenziato già a fine 2021, anno chiuso con un fatturato di 11,2 miliardi di euro.
Grazie ad una ulteriore ripresa e ad un valore particolarmente positivo delle esportazioni, questo valore ha superato i 13 miliardi a fine 2022, con una crescita di 11 punti percentuali.
Per il 2023, i dati congiunturali ipotizzano un fatturato di 14,2 miliardi di euro, pari a +2 miliardi rispetto ai dati pre-pandemia, con una curva prossima al +8%.
Cosmetica ed export
Si tratta di un settore non soltanto florido ma che agisce da vero e proprio driver per il made in Italy nel mondo, con oltre il 40% della produzione destinata all’export.
«I numeri che emergono da questa analisi forniscono una certificazione autorevole di come il settore cosmetico sia in grado di generare un valore vasto e tangibile che investe non solo il comparto stesso, ma anche tutti quelli a esso connessi – ha commentato Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia –. Al pari di altre realtà manifatturiere, anche la cosmesi è un’eccellenza italiana, tra i driver del made in Italy nel mondo, che si fa ambasciatrice di elevati standard di qualità, sicurezza e innovazione. Operando sempre più come sistema puntiamo a essere solidi e concorrenziali, continuando ad affermarci come un’industria che fa bene al Paese».
I risultati della ricerca Althesys
La ricerca si è posta come obiettivo quello di valutare il contributo economico e sociale del cosmetico in Italia. L’analisi ha quindi ricompreso l’intera filiera, a monte con i fornitori di materie prime e a valle con la logistica e i canali distributivi, misurando la ricchezza prodotta e le ricadute sul sistema socio-economico nazionale.
Stando all’indagine, è emerso che nel 2021 il sistema della cosmetica ha generato complessivamente un valore di 22,3 miliardi di euro (12,9 miliardi di filiera e 9,4 miliardi di indotto), contribuendo alla crescita del prodotto interno lordo nazionale nella misura dell’1,25%.
Si tratta di un valore che si traduce in benefici per l’intera collettività: lo Stato (la contribuzione fiscale è stata di 6,7 miliardi di euro), i lavoratori (6,3 i posti di lavoro generati nella filiera per ogni soggetto impiegato nell’industria cosmetica; 6,4 miliardi di euro pagati in salari), le aziende della filiera (che dà lavoro a 155mila occupati, numero che sale a 390mila includendo i canali professionali di estetica e acconciatura).
«L’industria cosmetica italiana mostra una grande capacità di creare valore condiviso, cioè di generare benefici, ricchezza e occupazione oltre i propri confini – ha evidenziato il professor Alessandro Marangoni, CEO di Althesys –. Le ragioni risiedono nella peculiarità della filiera, costituita da grandi gruppi internazionali così come da piccole-medie imprese, con il 90% di fornitori italiani e un forte export; tutti elementi che producono indotto e cospicue ricadute su tutto il sistema socio- economico italiano».
Il cosmetico bene essenziale
Un altro elemento evidenziato nel corso della tavola rotonda che ha ospitato diversi esponenti di alto livello legati al mondo della cosmesi, dell’industria, delle istituzioni e dei consumatori, è stato quello dell’importanza del cosmetico come bene essenziale, affermatosi sempre più con la pandemia.
Oggi il cosmetico è fondamentale: per l’igiene, la cura di sé, il benessere, la prevenzione e la protezione.
Altresì, è emerso che ciascuno utilizza in media otto prodotti cosmetici al giorno, 15 diversi a settimana.
Il nodo sostenibilità
Un altro tema affrontato è stato quello della transizione ecologica: le scelte dei consumatori, oggi più che mai, sono fortemente influenzate dalla sostenibilità dei prodotti che diventa per molti, soprattutto per le giovani generazioni, un vero e proprio criterio guida per l’acquisto.
In tal senso, il settore ha accettato la sfida della sostenibilità, aderendo a logiche di economia circolare.
Nel campo degli imballaggi, ad esempio, la filiera sta lavorando sulla riduzione del peso del packaging e sull’utilizzo di plastiche riciclate, oltre che su materie prime rinnovabili con una più elevata biodegradabilità. Poi sono numerose le iniziative finalizzate a coinvolgere il consumatore, educandolo e informandolo.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha rimarcato che «il sistema della cosmetica è uno degli asset più importanti dell’export, il simbolo del benessere, eccellenza del Made in Italy italiano. Produciamo, infatti il 67% del make-up utilizzato in Europa e il 55% di quello mondiale. Cosmetica Italia con circa 640 imprese rappresenta una grande realtà italiana, una eccellenza tecnologica e green, un modello di sostenibilità. Come MIMIT – ha proseguito Urso – sosteniamo l’innovazione e la formazione tecnica. Stiamo lavorando ad un’operazione di riqualificazione delle competenze a ogni livello per creare sinergia tra formazione e impresa. Sull’innovazione tecnologica stiamo lavorando anche in sede europea e in sinergia con il ministro Fitto per ottenere le risorse necessarie a rilanciare il piano 5.0 per sostenere le nostre imprese nella doppia transizione green e digitale. Nel contempo, siamo impegnati ad evitare che i nuovi regolamenti europei su imballaggi, microplastiche e acque reflue siano vessatori per le imprese italiane che proprio sulla sostenibilità e sul benessere dei consumatori hanno investito più di tutte».
L’Attestato di eccellenza Cosmast
L’evento si è concluso con la consegna dell’Attestato di eccellenza COSMAST-Master di II livello in Scienza e Tecnologia Cosmetiche dell’Università degli Studi di Ferrara, quest’anno conferito al Senatore Renato Ancorotti (Presidente di Ancorotti Cosmetics spa) dalla commissione composta da Stefano Manfredini (direttore Cosmast), Silvia Vertuani (Vice Direttrice Cosmast) e Giovanni D’Agostinis (cosmetologo, Docente Cosmast e direttore scientifico di Kosmetica).
Il riconoscimento ha voluto evidenziare la forte spinta innovatrice e lo spirito imprenditoriale di un capitano d’azienda che è punto di riferimento per il settore e per la produzione contoterzi.