Tra le più recenti propensioni del mercato del settore vi è la nascita della cosiddetta “biotech beauty“, caratterizzata dall’utilizzo di prodotti di origine biotecnologica che, secondo glam.com, sarebbe «destinata a trasformarsi e regnare sovrana nel mondo della bellezza nel prossimo futuro».
A tale proposito, alla fine del 2022 la società di ricerche di mercato Mintel ha classificato la biotecnologia sintetica, o syn-bio, tra le tendenze principali per il 2023.
Cos’è la biologia sintetica
Andrew McDougall, Director of Beauty & Personal Care Research di Mintel, ha spiegato a cosmeticsbusiness.com che la biotecnologia sintetica «si riferisce a un insieme di concetti, approcci e strumenti all’interno della biotecnologia che consentono la modifica o la creazione di organismi biologici», dunque inserita nel vasto campo delle biotecnologie, «termine ampio che comprende l’applicazione di componenti o processi biologici per promuovere scopi umani».
«La biotecnologia sintetica non ha una chiara definizione universale, ma sembra esserci un principio concordato secondo cui la biologia sintetica è un campo della scienza che implica la riprogettazione degli organismi per scopi utili ingegnerizzandoli per avere nuove abilità. In un certo senso, la biologia sintetica è simile a un altro approccio chiamato “editing del genoma” perché entrambi comportano la modifica del codice genetico di un organismo», ha aggiunto McDougall.
Biotecnologia e cosmesi
Nell’ambito della produzione dedicata alla bellezza, la biotecnologia può essere utilizzata per creare ingredienti innovativi che parrebbero essere più efficaci e sostenibili rispetto ai tradizionali ingredienti. Tramite la biotecnologia, infatti, sarebbe possibile produrre ingredienti naturali come l’acido ialuronico, lo squalene, il resveratrolo e il collagene in grandi quantità.
La biotecnologia può inoltre essere utilizzata per sviluppare nuovi sistemi di erogazione per i prodotti cosmetici, come la microincapsulazione, che possono accentuare l’efficacia degli ingredienti attivi e migliorare il loro uso nella cura della pelle o dei capelli.
Biotech beauty e industria cosmetica
Il marchio L’Oréal, ad esempio, nel novembre 2022 ha investito nell’azienda francese di biotecnologie e produttrice di microalghe, Microphyt. Allo stesso modo molti produttori di cosmetici stanno utilizzando la biotecnologia per scoprire fonti di materie prime sostenibili, per sviluppare prodotti ad alta efficacia con meno risorse e per valutare le prestazioni di questi componenti sulla pelle.
Di recente, Givaudan ha annunciato che avrebbe acquisito il portafoglio Neossance Squalane, Neossance Hemisqualane e CleanScreen di Amyris, basato sulla fermentazione del lievito e della canna da zucchero, risparmiando il massacro di milioni di squali all’anno per la raccolta dello squalene presente nel loro fegato.
A sua volta, Solus Biotech, azienda sudcoreana specializzata nella produzione di ceramidi e fosfolipidi, è stata acquistata da Croda, colosso britannico che opera nel settore della chimica.
Ancora, Symrise ha annunciato un investimento di minoranza in Synergio, una società biotecnologica con sede a Gerusalemme, e il gigante chimico BASF ha investito in Sea6 Energy, specializzata nella coltivazione di alghe rosse attraverso la biotecnologia.
Biotecnologia sostenibile e cosmesi
«La bellezza biotecnologica sostenibile, avanzata e precisa è una buona notizia per il pianeta e per i consumatori. Poiché disponiamo di una fornitura limitata di risorse naturali, la biotecnologia offre una soluzione sostenibile, generando ingredienti prodotti da cellule vegetali senza danneggiare l’ambiente o sprecare queste risorse. I prodotti di bellezza biotecnologici richiedono molta meno acqua e manodopera rispetto alle loro controparti coltivate e raccolte biologicamente. Ad esempio, invece di coltivare un’intera pianta per usarne i petali, le foglie o la linfa e scartare il resto, la biotecnologia produce solo le cellule vegetali di cui ha bisogno, riducendo al minimo l’impronta ambientale e prevenendo l’eccessivo raccolto», spiega glam.com.
Nel complesso, dunque, la “biotech beauty” si configura come un settore dalle promesse entusiasmanti, in rapida crescita, che ha il potenziale per trasformare l’industria della bellezza e fornire in futuro ai consumatori prodotti di bellezza più sicuri, più efficaci e anche più sostenibili.