Negli ultimi cinque decenni, la produzione agricola è più che triplicata a causa dell’espansione del suolo coltivabile, dei progressi nelle tecnologie innescati dalla rivoluzione green e del rapido incremento della popolazione mondiale.
Allo stesso tempo, il cambiamento globale guidato dalle tendenze consumistiche ha favorito un’allarmante accelerazione dell’estrazione di risorse naturali e della generazione di rifiuti. Nonostante il crescente interesse per i sistemi di conversione della biomassa, i sottoprodotti agricoli sono ancora sottoutilizzati.
Riducendo al minimo gli sprechi e convertendo i materiali di scarto in beni dal valore aggiunto, è possibile migliorare l’efficienza dei metodi produttivi e sviluppare nuovi mercati e posti di lavoro green, raggiungendo allo stesso tempo gli obiettivi di sostenibilità ed incontrando le richieste dei consumatori.
Sottoprodotti da grano, mais e girasole per emulsioni cosmetiche: lo studio
Frumento, mais e girasole sono le colture più diffuse nell’Unione Europea e nel mondo. Tra le abbondanti fonti di rifiuti agricoli, i residui di mais, grano e girasole si distinguono per la grande disponibilità e la ricca composizione biochimica.
Il presente lavoro, pubblicato su Pharmaceutics, prende in esame il potenziale degli estratti derivati da scarti di mais, grano e girasole da impiegare come materie prime cosmetiche.
In altre parole, è stata studiata la possibilità di incorporare estratti lipidici ed etanolici di grano, mais e girasole in emulsioni, sviscerando il potenziale contributo alle proprietà strutturali e funzionali delle formulazioni topiche.
Nello specifico, dopo lo sviluppo dell’emulsione placebo, ogni estratto è stato inserito separatamente nella crema (gli estratti lipidici allo 2% in peso e gli estratti in etanolo allo 0,1% in peso).
Le peculiarità fisicochimiche e sensoriali dei preparati allestiti sono state valutate mediante metodi standard per la caratterizzazione dei sistemi di emulsione e conducendo uno studio sensoriale in vivo.
Inoltre, sono stati eseguiti vari studi in vitro e in vivo di creme ed estratti puri per indagare il potenziale complessivo dei materiali oggetto di analisi per l’uso in cosmetici e l’eventuale contributo alle proprietà strutturali e funzionali delle formulazioni topiche.
I risultati della caratterizzazione fisicochimica hanno evidenziato che gli estratti in questione possono essere incorporati con successo in emulsioni con una stabilità soddisfacente.
Tutti hanno mostrato un profilo di sicurezza desiderabile e una buona attività antimicrobica contro svariati microrganismi. Gli estratti lipidici si sono rivelati ingredienti strutturali preziosi per la fase oleosa, contribuendo alla spalmabilità, all’occlusività e all’effetto emolliente.
Quelli in etanolo hanno influenzato la lavabilità e l’appiccicosità delle creme e potrebbero essere considerati vantaggiosi nelle formulazioni autoconservanti.
In generale, gli estratti hanno condizionato le proprietà sensoriali dei campioni, principalmente per quanto riguarda odore e colore.
Valorizzazione per un futuro più sostenibile
La ricerca soprariportata suggerisce che gli estratti di scarti di grano, mais e girasole potrebbero sostituire materie prime meno sostenibili ed essere utilizzati come ingredienti naturali multifunzionali per formulazioni cosmetiche innovative.
Il tutto si configura, pertanto, come valorizzazione dei sottoprodotti di lavorazione agroindustriale ed è in linea con aspirazioni green più ampie: affronta sfide chiave come la riduzione dei rifiuti, la conservazione delle risorse e la diminuzione dell’impronta di carbonio.
Colmando il divario tra valorizzazione degli scarti agricoli e sviluppo del prodotto, lo studio mira a contribuire alla realizzazione di un futuro più sostenibile e resiliente per il settore cosmetico a livello globale.
Lukić M, Ćirić A, Božić DD, Stanković JA, Medarević Đ, Maksimović Z. Extracts from Wheat, Maize, and Sunflower Waste as Natural Raw Materials for Cosmetics: Value-Added Products Reaching Sustainability Goals. Pharmaceutics. 2024; 16(9):1182.
https://doi.org/10.3390/pharmaceutics16091182