Giappone: meno aria condizionata, più lozioni da bagno

Per alcuni versi le elaborazioni di Jcia sembrano contraddire quelle ufficializzate da Euromonitor data l’importanza assegnata a segmenti come quello della cura della pelle e il peso loro assegnato. Essi occupavano nel 2012 secondo l’Associazione una fetta pari al 44% delle consegne complessive; immediatamente seguiti da quelli per il trattamento dei capelli con il loro 29%. Decisamente meno rilevante l’incidenza dei prodotti per usi speciali (al 5% soltanto); e quella delle acque di colonia e dei profumi, distribuiti sul territorio nazionale in una percentuale da 0,3 punti rispetto al totale. Tuttavia Japanese cosmetics industry association ha evidenziato come fra il 2000 e il 2013 a guadagnare quote del mercato siano state, insieme alle creme detergenti, al trucco per gli occhi, alle creme solari e ai cosmetici per l’uomo, anche le tinture per capelli. Al contrario, sono state segnalati in discesa i già citati profumi, gli articoli per unghie e non da ultimo i rossetti. Nell’arcipelago tuttavia la distribuzione di cosmetici riusciva a generare già alla fine dello scorso secolo valori da 1,5 trilioni di yen e intorno a questa stessa cifra essa si è mantenuta anche negli anni precedenti la grande crisi, per poi calare a 1,4 trilioni di yen e restare su queste basi dal 2011. L’ente giapponese di rappresentanza dei produttori si è inoltre diffuso sui cosiddetti cosmeceutical o cosmetici di integrazione, calcolandone al 20%, ma in decremento fra il 2010 e il 2012, la quota del mercato. Per finire, è ancora Euromonitor a indicare fra le categorie del personal care in buona salute quella delle lozioni per bagno e doccia, i cui valori si sono impennati lo scorso anno dell’1%. A quanto pare il segno più sui consumi nazionali è stato originato dal verificarsi di temperature estive insolitamente alte nel corso della passata estate, che evidentemente hanno costretto i locali a un surplus di abluzioni; con i gel da doccia a guidare la risalita con il loro +3%. Sempre l’afa, unita a politiche di contenimento dei consumi energetici, ha nelle rilevazioni di Euromonitor condotto a un exploit la commercializzazione di deodoranti. Il consiglio di tenere spenta più a lungo l’aria condizionata da parte delle istituzioni è stato in tutta evidenza ascoltato dai sudditi che oltre a passare più tempo fra vasca e doccia hanno acquistato una maggior quantità di stick e roll on dando vita a una crescita dei mercati di riferimento che ha lambito la doppia cifra fermandosi però all’8%.

di R.Carminati