Glutatione come sbiancante cutaneo: fatti, miti, prove e controversie

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Il glutatione è un tripeptide tiolico a basso peso molecolare, che svolge un ruolo primario nel mantenere l’equilibrio redox intracellulare. Oltre alle sue proprietà antiossidanti notevoli, la scoperta delle sue proprietà antimelanogeniche ha portato alla sua promozione come agente schiarente, e ha condotto al suo uso in tal senso in alcune etnie; tuttavia, vi è una dicotomia tra prove a sostegno della sua efficacia e la sua sicurezza. Questa recensione concentra la sua attenzione sui vari aspetti del glutatione: il metabolismo, il meccanismo d’azione e le prove scientifiche per valutare la sua efficacia come agente schiarente sistemico. Il glutatione è presente all’interno delle cellule in forma ridotta e svolge un ruolo molto importante in varie funzioni fisiologiche; gli studi sostengono che i suoi effetti di alleggerimento cutaneo sono il risultato dell’inibizione diretta e indiretta dell’enzima tirosinasi e del passaggio da eumelanina a feomelanina. Attualmente è disponibile in forma orale, parenterale e topica ma anche se l’uso di iniezioni per via endovenosa è popolare, tuttavia non ci sono prove a dimostrazione della sua efficacia. In realtà, gli effetti negativi causati dall’assunzione per via endovenosa di questa molecola hanno portato la Food and Drug Administration delle Filippine a emettere un avviso pubblico che condanna il suo utilizzo per indicazioni off-label, come per esempio schiarente cutaneo. Attualmente, ci sono tre studi clinici controllati randomizzati che supportano l’effetto schiarente e un buon profilo di sicurezza dello stesso per via topica e orale. Tuttavia, le questioni chiave come la durata del trattamento, la longevità dei protocolli di efficacia e di manutenzione dell’effetto schiarente rimangono senza risposta. Altri studi più randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, con dimensione del campione più grande, a lungo termine di follow-up e risultati di efficacia ben definiti sono garantiti, per stabilire la rilevanza di questa molecola nei disturbi dell’iperpigmentazione e per il trattamento schiarente della cute.
Indian J Dermatol Venereol Leprol. 2016 May-Jun;82(3):262-72. doi: 10.4103/0378-6323.179088.

di Chiara Lacapra e Silvia Rum