Il packaging costituisce una parte rilevante dell’impronta ambientale dei prodotti cosmetici. Secondo stime di Quantis, che sulla cosmetica sostenibile ha pubblicato il report Make-up the future, il 20% delle emissioni di gas serra del settore cosmetico a livello globale è legato al packaging. L’attenzione alla sostenibilità degli imballaggi è in crescita fra le imprese cosmetiche, perché considerata, oggi, un imprescindibile fattore di competitività sia sul mercato interno sia per chi opera con clienti e brand internazionali.
D’altra parte, la crescita dei cosmetici connotati in area green rappresenta l’indubbio segnale di un interesse profondamente interiorizzato nella sensibilità del consumatore e dello sforzo da parte dell’industria di dare adeguate risposte. I cosiddetti “cosmetici green” contano, in Italia, un sell-in di 1654 milioni di euro, trasversale ai canali distributivi, con picchi del 24,3% nei casa&toeletta e del 18,2% nei monomarca, come anche nei canali professionali (18,7%) nonché in profumeria (11,2%). A quantificarlo è il Centro Studi di Cosmetica Italia, in una indagine finalizzata a delineare questo tipo di cosmesi, in cui si riconoscono due grandi filoni: prodotti fondati su concetti di naturalità della formulazione (es. ingredienti naturali e biologici, adesione ai relativi standard internazionali, ecc.), per 778 milioni di sell-in, e prodotti connotati sui temi della sostenibilità e riduzione degli impatti ambientali, per i quali si registra un sell-in di 876 milioni di euro. In quest’area, gli elementi di sostenibilità possono far riferimento alla gestione corporate dell’organizzazione (ISO 14001, B-corp), ai processi produttivi a basso impatto, alle performance ambientali del prodotto, comprovate da valutazioni LCA, con anche adesione a certificazioni ambientali di prodotto (EPD, Ecolabel). Tra le caratteristiche sottolineate, non manca l’impegno a proporre un packaging più sostenibile, attraverso varie strategie, dalla riduzione del materiale, utilizzo di confezioni monomateriale, imballaggi riciclati, fino a concetti di riutilizzo. Qualsiasi sia il percorso scelto, è fondamentale il monitoraggio delle performance ambientali per darsi obiettivi strategici nel loro miglioramento.
Avviare alla sostenibilità le imprese associate è un obiettivo su cui Cosmetica Italia è attiva, nell’intento di garantire anche agli attori con struttura interna meno articolata di accedere alle specifiche competenze tecniche indispensabili per migliorare il proprio impatto ambientale e, di conseguenza, poter cogliere le opportunità di una qualificazione sulla sostenibilità. Tra le azioni in questo ambito, con particolare riferimento al packaging:
Dialogo nella filiera
Spingere a far dialogare tutta la filiera cosmetica, obiettivo che Cosmetica Italia sta perseguendo allargando la propria base associativa alle aziende a monte e a valle della produzione.
Formazione sulla seconda vita dei materiali
Dal 2020, Cosmetica Italia ha avviato una serie di iniziative di formazione che, anno dopo anno, tratteranno le criticità di ciascun materiale da imballaggio: le plastiche, focus del 2020, la carta, trattata nel 2021, e a seguire vetro e alluminio, in collaborazione con aziende del mondo del riciclo. Per esempio, in tema di plastica sono stati analizzati gli elementi dello sviluppo del packaging che permettono di risparmiare materiale e gestire correttamente il fine vita delle confezioni perché vengano efficacemente avviate al riciclo.
Design per la seconda vita
La sostenibilità parte dal design del packaging: sviluppare bene il packaging primario può ridurne di molto l’impronta ambientale, a partire dalla scelta dei materiali, che ormai deve prendere in considerazione le plastiche da riciclo, in percentuali che possono arrivare al 100%. Tra le ricadute pratiche del progetto di formazione avviato da Cosmetica Italia, l’opportunità per gli associati di ampliare i propri contatti con aziende della filiera della seconda vita dei materiali, riferimenti utili per lavorare sulla riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti. Per esempio, in collaborazione con riciclatori di materiali cartacei, Cosmetica Italia ha avviato uno studio di fattibilità per il recupero a seconda vita delle glassine di etichettatura, uno degli scarti più impattanti della fase produttiva del cosmetico.
Life Cycle Assessment
Un tema chiave resta quello della metodologia LCA. Attraverso una valutazione puntuale del “contributo” della componente packaging sugli impatti complessivi di un prodotto cosmetico, gli studi LCA forniscono informazioni utili a intraprendere azioni volte a migliorarne le prestazioni ecologiche. Su questo argomento, i prossimi 3-4 giugno Cosmetica Italia Servizi in collaborazione con Ergo, spin-off di Università Bocconi e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, proporrà il webinar di formazione “Life Cycle Assessment (LCA): come misurare l’impronta ambientale del prodotto cosmetico e come valorizzare i risultati di uno studio LCA nella gestione ambientale d’impresa”. Un’occasione per conoscere gli step operativi che caratterizzano il percorso di realizzazione di uno studio LCA e approfondire le opportunità di valorizzazione dei risultati, sia come base scientifica per la comunicazione aziendale, sia per guidare l’impresa nella progettazione di nuovi prodotti/processi al fine di minimizzarne l’impatto ambientale.
https://quantis-intl.com/cosmetic-report-ita/
https://www.cosmeticaitalia.it/appuntamenti/dettaglio/I-numeri-della-cosmetica-00001/