Ogni volta che si pensa al magico mondo dei profumi è immediata l’associazione all’impiego dell’olio essenziale di rosa, carico di fascino, sensualità oltre che sinonimo di lusso e sfarzosità.
Ammaliati dalla sua bellezza, milioni di uomini hanno eletto la rosa come fiore da regalare alla propria amata per testimoniare il proprio amore, ma a stupire il gentil sesso non è soltanto l’aspetto del fiore, con i suoi colori e i petali sinuosi, ma l’odore caratteristico e seducente. Molteplici sono le varietà di rose esistenti ma quella da sempre più utilizzata nel mondo delle essenze è la rosa damascena, conosciuta anche come “la rosa dei profumieri”, la cui produzione è concentrata per il 90% circa in Bulgaria e Turchia dove si possono osservare roseti di damascena che si perdono a vista d’occhio, mentre il restante 10% si distribuisce fra India e Iran.

Estrazione
La procedura d’elezione per l’estrazione della rosa era inizialmente la tecnica dell’enflaurage, antica e costosa, dove i petali di rosa venivano distesi su una superficie di grasso di maiale a sua volta posta su telai di legno e venivano lasciati li per circa 24 ore, per poi essere periodicamente rinnovati. Il grasso chiamato, pommade, veniva poi sottoposto, dopo circa 30 giorni saturo di olio essenziale, a un lavaggio con alcol etilico per ottenere la concreta di rosa, l’assoluta di rosa e successivamente l’olio essenziale di grande prestigio. Attualmente si privilegia l’estrazione con anidride carbonica, che permette di evitare il riscaldamento che si avrebbe con una normale distillazione, e la resa di 3,5 tonnellate di rosa è di circa 1 kg di essenza, e da questo dato si evince il prezzo elevatissimo sul mercato di 1 kg di olio essenziale di rosa, che si aggira tra i 4000 e i 5000 euro.

Dal punto di vista chimico
All’interno dell’olio sono stati identificati, grazie alle moderne tecnologie, più di 400 prodotti diversi, alcuni presenti in quantità molto elevata, come per esempio il citronellolo e il geraniolo, e la cui composizione quali-quantitativa è chiaramente legata alle variazioni notturne e diurne di produzione di componenti odorifere. Molto interessanti sono i prodotti presenti in tracce, come i damasconi e il damscenone, componenti odorosi caratteristici anche del vino e presenti nella rosa in un ordine di grandezza pari a circa 50 parti per milione, veri responsabili dell’odore caratteristico e assolutamente riconoscibile della rosa damascena.

Il profumo di rosa caratterizza da sempre non solo la profumeria alcolica, con autentici capolavori realizzati nel corso della storia, ma è anche utilizzatissimo in fragranze destinate per esempio all’applicazione nel settore skin care, oltre che nel mondo delle salviettine wet-wipes, senza tralasciare nemmeno le famose candele alla rosa o la celebre “acqua di rose” di origine rinascimentale.
Una citazione d’obbligo, oltre al famoso Joy di Jean Patou, la merita senz’altro il profumo Arpegè di Lanvin, realizzato nel 1927 a due mani dagli artisti Paul Vacher e Andrè Fraysse, un floreale-aldeidato dove l’eleganza della rosa veniva esaltata dall’effetto pungente delle aldeidi e dal vellutato tocco di pesca e di fiori bianchi, come caprifoglio e mughetto, che preparavano il campo al successivo avvento di sandalo e ambra.

Tra le composizioni olfattive più recenti merita di essere ricordata Rose and Violet di Victoria’s Secret, brand di grande successo in Gran Bretagna e tra i teenager, dove la rosa viene affiancata dalla violetta e dal legno cedro per un profumo di grande impatto mediatico.

di L.Ilorini