Se lo guardiamo dal suo lato romantico, un profumo è una forma d’arte, un profumo è sogno. Attraverso le note olfattive (ovvero le caratteristiche dell’odore di una materia prima o di una sua sfaccettatura; possiamo dire per esempio nota rosata, ambrata, speziata…) di un profumo ci si può innamorare o far innamorare.

E non dimentichiamoci che profumo significa anche comunicazione senza parole: ci può infatti raccontare una storia, far viaggiare in luoghi lontani perché un profumo è emozione, è ricordo. Per esempio, una fragranza con note marine può evocare il ricordo di una vacanza estiva al mare, mentre un profumo con note di lavanda può trasportarci nei campi fioriti della Provenza.

Bouquet e soliflore

Planando invece sulla terraferma e lasciando i sogni, legislativamente un profumo, nome INCI PERFUME (INCI = International Nomenclature for Cosmetic Ingredients. Si tratta di una denominazione internazionale utilizzata per specificare nell’etichetta di un cosmetico gli ingredienti), è definito come una miscela complessa di materie prime naturali e sintetiche sapientemente miscelate in un equilibrio tale da ottenere il bouquet (ovvero le sensazioni odorose che percepiamo annusandolo. Si utilizza questo termine anche nella famiglia olfattiva dei fioriti per distinguere i soliflore, accordi costruiti attorno ad un unico fiore, dai bouquet, accordi costruiti con vari fiori) desiderato.

Il ruolo della concentrazione di profumo in alcol

Una volta creato il profumo concentrato (ovvero il mix delle materie prime naturali e sintetiche che compongono il profumo prima che venga messo in soluzione in alcool o in un’altra base come per esempio crema, bagnoschiuma, cera), cioè la miscela delle materie prime appunto, a questo blend verrà aggiunto l’alcool.

Ad esempio, un profumo che incorpora essenze di vaniglia e patchouli deve essere attentamente bilanciato per evitare che una delle due note sovrasti l’altra, compromettendo l’armonia olfattiva.

A seconda della concentrazione di profumo in alcol, scolasticamente – e dico così perché non esiste una vera e propria legge scritta che regolamenta queste percentuali – si possono suddividere i prodotti finali in varie categorie. Partendo dalla meno concentrata avremo:

  • dopobarba/acqua splash/acque profumate: 1-4% conc.
  • eau de Cologne: 5-8% conc.
  • eau de Toilette: 8-11% conc.
  • eau de Parfum: 14-18% conc.
  • estratti: 15-30% conc.

Le materie prime dei profumi: note di testa, cuore, fondo

Le materie prime che compongono il profumo hanno diverse volatilità, cioè evaporano con tempi diversi. Perché? Alcune, per esempio, sono più leggere ed evaporano subito, come le note agrumate o marine. Sono quelle che ci fanno giudicare immediatamente un profumo. Rappresentano però solo una prima parte del bouquet, quella che chiamiamo testa. Ad esempio, un profumo con una forte nota di limone all’inizio può dare una sensazione di freschezza immediata.

Dopo qualche minuto, arriveranno le note olfattive un pochino più pesanti, come per esempio quelle fruttate, fiorite, speziate. Queste rappresentano il cuore della fragranza. Per esempio, in un profumo floreale, le note di rosa o gelsomino possono emergere dopo qualche minuto, creando una transizione morbida e piacevole dal primo impatto agrumato.

Infine, anche dopo più di dieci minuti, si fanno sentire le materie prime più pesanti chimicamente, quelle che tendono a rimanere più attaccate alla pelle ed evaporare più tardi, come i legni, le note ambrate, quelle dolci, balsamiche (ovvero resine), animaliche, muschi. Queste rappresentano le note di fondo.

Ovviamente, più note di fondo abbiamo, più aumenterà la persistenza. Un esempio classico è il profumo di ambra e vaniglia, che può durare sulla pelle per diverse ore, lasciando una scia duratura e avvolgente.

La piramide olfattiva

Alla fine dell’800, il profumiere Aimé Guerlain, partendo da questi concetti, introdusse l’idea di vedere la struttura di un profumo come una piramide: la piramide olfattiva (ovvero la struttura di un profumo in cui possiamo individuare tre gruppi di note olfattive. Partendo dalle più volatili avremo: la testa, il cuore e il fondo), costituita da una testa, un cuore e un fondo.

Guerlain elaborò questa struttura per creare profumi che si sviluppano nel tempo in modo armonioso e complesso. La piramide olfattiva permette ai creatori di fragranze di progettare profumi che si evolvono gradualmente, offrendo un’esperienza sensoriale ricca e multistrato.

A seconda di come è strutturata questa piramide olfattiva, possiamo – sempre scolasticamente – suddividere i profumi in cosiddette famiglie olfattive.