Lorenzo Orlandi Berti, attuale junior perfumer presso Atelier Fragranze Milano, condivide la sua appassionante esperienza nel mondo delle fragranze, che ha avuto inizio tra le suggestioni aromatiche tipiche della campagna toscana. Guidato dalla propria innata sensibilità olfattiva e dalla passione per la psicologia del profumo, Berti ha attraversato un percorso formativo che lo ha portato a collaborare con esperti del settore, come Luca Maffei e Paolo Cerizza.

Durante la sua carriera, ha affrontato diverse sfide e ha sviluppato un approccio mirato alla creazione di fragranze in grado di rispecchiare le linee guida del brief, di mantenere standard elevati di qualità e di soddisfare le aspettative del mercato. Guardando al futuro, desidera continuare a nutrie la propria passione per la profumeria di nicchia e auspica di poter contribuire a progetti iconici.

Da dove trae origine la tua passione per le fragranze e come sei riuscito a trasformare questo interesse in una vera e propria carriera nel settore?
La mia passione per le fragranze ha radici che affondano nei luoghi del mio passato, in particolare a Montepulciano, un posto immerso nella bellezza della campagna e nella tradizione legata alla produzione del vino, intriso dagli odori delle piante aromatiche. Sin da giovane, possedevo un’innata capacità di riconoscere i profumi intorno a me, un talento spontaneo che mi ha spinto ad approfondire questo mondo affascinante. Verso i 17 anni, già riuscivo a riconoscere i profumi che indossavano i miei amici, nonostante non avessi una formazione specifica in materia. La svolta avvenne durante gli anni del liceo, quando decisi di dedicare la mia tesina alla psicologia del profumo. Le ricerche mi permisero di esplorare i legami tra le fragranze e il modo della psicologia, integrando questa mia specifica passione con ogni altra materia di studio e alimentando ulteriormente la mia curiosità personale. La vera e propria immersione nel settore iniziò tuttavia con Moilette& Co, un istituto dove ho frequentato un corso intensivo di 70 ore in due settimane, denominato Professione Olfatto – Indirizzo Tecnico. Quest’esperienza ha arricchito la mia conoscenza e mi ha spinto a esplorare in maniera più approfondita le opportunità offerte dal mondo delle fragranze. Successivamente, ho avuro l’opportunità di svolgere uno stage lavorativo di tre mesi presso Atelier Fragranze Milano. Questa esperienza è stata un trampolino di lancio per la mia carriera, poiché dopo lo stage sono stato assunto dall’azienda come assistente di laboratorio. Nel corso degli anni, ho avuto modo di progredire in varie mansioni, assumendo ruoli sempre più impegnativi fino a diventare direttore di produzione e Naso junior, incarichi che tuttora mi consentono di esprimere appieno la mia passione per le fragranze e di contribuire attivamente al processo creativo e produttivo dell’azienda.

Lorenzo Orlandi Berti (Atelier Fragranze Milano): «Così si crea un profumo»Come è cambiato il tuo approccio alla creazione delle fragranze nel corso degli anni?
Inizialmente, il processo di creazione delle fragranze era per me essenzialmente guidato dalla passione personale e dall’ispirazione del momento. In generale, partivo da idee che mi affascinavano e cercavo di tradurle in profumi, sperimentando e apprendendo attraverso il processo creativo. Oggi, come naso junior presso Atelier Fragranze Milano, il mio approccio alla creazione di nuove fragranze ha subito una trasformazione significativa che lo ha reso meno spontaneo e maggiormente mirato. Ogni processo di creazione inizia infatti con la stesura di un brief, ossia con la definizione delle linee guida e dei parametri entro i quali dovrò operare. Il brief stabilisce anche i requisiti finali del prodotto e le aspettative del cliente o del mercato. Collaboro strettamente con Luca Maffei e Paolo Cerizza per sviluppare le fragranze in conformità con le indicazioni del brief. Il processo creativo coinvolge un costante scambio di idee e conoscenze con i colleghi più esperti, il che rappresenta anche un’occasione straordinaria per imparare e crescere professionalmente. Al termine di questa parte del lavoro, la fragranza viene quindi sottoposta al vaglio della valutatrice, un passaggio che costituisce il primo filtro di verifica per garantire che la creazione risponda agli standard di qualità richiesti. Successivamente, interviene il processo di revisione e feedback da parte dei profumieri senior, la cui approvazione mira a garantire che la fragranza soddisfi appieno le aspettative e gli standard di eccellenza richiesti dall’azienda.

Nel dettaglio, cos’è un brief nel contesto della creazione di nuove fragranze?
Il brief è il fondamento su cui si costruisce l’intero processo creativo per la realizzazione di una nuova fragranza. È un documento che fornisce una guida chiara e dettagliata per ciascun progetto. All’interno di un brief possono essere inclusi diversi elementi che fungono da linee guida per la creazione. Innanzitutto, il brief può indicare il budget a disposizione per il progetto. La determinazione dei fondi disponibili è un aspetto cruciale, poiché può influenzare le successive decisioni da prendere durante il processo di creazione: ad esempio la selezione degli ingredienti. Oltre al budget, il brief può identificare il tipo di mercato a cui il prodotto è destinato. Questo include alcuni dettagli inerenti il pubblico che costituisce il target, come il sesso, l’età e la posizione geografica. La fragranza potrebbe essere progettata per un pubblico maschile o femminile, per un’età specifica o per essere commercializzata in una regione geografica particolare. Queste informazioni guidano le scelte degli elementi olfattivi e lo stile della fragranza stessa. Un brief può anche fornire esso stesso l’ispirazione per il nuovo prodotto, che può derivare da molteplici fonti, come concetti creativi, suggestioni legate a emozioni o esperienze sensoriali. A volte, alcuni brief iniziano solo con il nome del prodotto e con alcune parole chiave, lasciando spazio alla creatività e alla libera interpretazione del naso nello sviluppo successivo della fragranza.

Puoi condividere un esempio di brief astratto e spiegare come lo hai tradotto nella creazione di una specifica fragranza?
Certamente. Un esempio di brief particolarmente astratto su cui ho lavorato è stato quello per “Teen Spirit” di Double Dragon. Il brief conteneva il nome del prodotto, alcune parole e immagini distopiche, senza collegamenti diretti tra loro. Ho tratto ispirazione da queste parole e concetti per creare un’esperienza olfattiva che catturasse il concetto di “spirito giovane” e di “avventura”, in perfetta sintonia con la narrazione di “Stranger Things” e con il suo mondo sotterraneo e misterioso. A livello olfattivo, la suggestione offerta da “Stranger Things” si è concretizzata nella scelta di introdurre nella fragranza note ambrate/marine con un tocco plastico/sintetico, in grado di catturare l’aspetto “surreale” della serie. Allo stesso tempo, ho voluto infondere un aspetto “teen” al nuovo profumo, selezionando note di bubblegum, caramello, frutta e anche un richiamo alla vodka alla pesca, che rievoca le prime esperienze sociali con gli amici. Un altro elemento chiave del processo creativo è stato il collegamento con la canzone “Teen Spirit” di Kurt Cobain, un’icona del mondo rock alternativo. La canzone trae il suo nome dalla scritta sul muro “Kurt smells like teen spirit”, opera di una ragazza che aveva così evocato il rimando al deodorante che il cantante era solito usare. Ho utilizzato questa storia come fonte di ispirazione per aggiungere alla fragranza note di Ambrocenide e Cashmeran, che catturano l’essenza del “rock” alternativo, cercando inoltre di ricreare la nota caratteristica del deodorante americano alla mela verde che Cobain usava e che era molto popolare negli anni ’90. In questo modo, ho cercato di apportare nell’essenza del nuovo profumo un tocco di nostalgia legato a quel particolare periodo storico. Nonostante il brief fosse inizialmente astratto, ho quindi cercato di tradurre in modo creativo e concreto tutte queste influenze e questi concetti nel processo di realizzazione di una fragranza nuova ed originale, che riflettesse uno spirito giovane, avventuroso e rock.

Tra i profumi della collezione Double Dragon, si è parlato molto di Tubercoleuse: puoi raccontare la storia della realizzazione di questo profumo e delle ispirazioni alla base della sua creazione?
Tubercoleuse è un profumo unico all’interno della collezione Double Dragon. Il processo che ha portato alla sua creazione è stato molto diverso da quello di altri profumi.
Inizialmente, ho preso ispirazione proprio dal nome della fragranza, che è esagerato e folle, proprio come, secondo me, un profumo di nicchia dovrebbe essere. Ho voluto che Tubercoleuse riflettesse questa eccentricità, tentando di creare un profumo complesso e ben strutturato in cui fosse difficile riconoscere le diverse note. Volevo che fosse un profumo disturbante, controverso, ammaliante e che creasse dipendenza, proprio come suggerisce il suo nome. La tuberosa avrebbe potuto essere la scelta scontata come nota predominante. Ho invece optato per mettere in evidenza il profumo dell’incenso affumicato, del legno guaiaco e del cuoio. Questi elementi contribuiscono a conferire alla fragranza una sensazione “intossicante” e “invasiva”. La tuberosa, invece, è stata utilizzata in secondo piano, contribuendo a infondere al profumo un tocco di fiore narcotico, con un sentore leggermente medicinale e naftalenico. Nel complesso, Tubercoleuse è un profumo che sfida le aspettative e che invita chi lo indossa in un viaggio olfattivo affascinante e provocatorio.

Quali sono stati i principali ostacoli e difficoltà che hai affrontato durante il processo di creazione dei profumi e come li hai superati?
Durante il processo di creazione dei profumi, mi sono spesso trovato di fronte a sfide significative, in particolare per quanto riguarda il giusto bilanciamento tra la richiesta di elevata qualità del prodotto e il costo degli ingredienti, in un contesto di budget ben definito e limitato. La capacità di gestire questa sfida è stata fondamentale. Ho imparato a ricostruire le basi dei profumi con ingredienti più economici senza compromettere la qualità finale, oppure a massimizzare l’effetto degli ingredienti costosi limitandone la quantità utilizzata grazie al supporto di materie prime complementari in grado di amplificarne le proprietà. Questo efficace approccio mi ha consentito di mantenere standard qualitativi elevati pur restando all’interno dei limiti finanziari imposti dall’azienda. Un’altra sfida significativa è sempre rappresentata dalla regolamentazione e dalle richieste di profumi allergen free. Dopo la fase iniziale incentrata sulla formulazione, le analisi di controllo qualità spesso richiedono alcune modifiche post formulazione per garantire la conformità del prodotto alle normative e agli standard di sicurezza. È fondamentale in questo senso reagire in modo tempestivo e flessibile, apportando i cambiamenti necessari. Questo processo richiede una stretta collaborazione con il team di controllo qualità e un’attenta revisione delle formule per garantire la sicurezza e la qualità del prodotto finale.

Quali sono le tue prospettive e aspettative future nel settore della profumeria, con riguardo alla tua passione per la realizzazione delle fragranze di nicchia ma anche a progetti più commerciali?
Guardando al futuro del settore, mi appassiona l’aspetto creativo legato alla profumeria di nicchia, sia per la presenza di brief stimolanti sia per la possibile libertà creativa nei progetti. Allo stesso tempo, sono aperto a esplorare anche progetti più “tradizionali”, dei quali non ho ancora avuto esperienza. Credo che questo sia un ambito in cui potrei imparare molto e che potrebbe offrirmi una prospettiva professionale diversa e stimolante.
Un mio sogno nel cassetto è quello di avere l’opportunità di creare un profumo per marchi iconici come Nasomatto oppure Orto Parisi. Questi marchi hanno infatti avuto un impatto significativo sul mio percorso creativo nel mondo della profumeria. Nasomatto ha rappresentato il mio primo approccio al mondo della profumeria di nicchia con Pardon, uno dei best-seller del marchio. Black Afghano è stato il primo profumo che ho acquistato e il primo evento a cui ho partecipato di persona è stato per il lancio Megamare.
Ciò che mi affascina di questi marchi è la loro estrema modernità, l’originalità e il genio insiti sia nel processo di formulazione sia nel marketing legato alla commercializzazione di ciascun profumo. Mi piace l’approccio innovativo e contemporaneo che viene adottato, oltre alla capacità di catturare l’essenza e la personalità di ogni fragranza in un modo unico.
Spero un giorno di poter contribuire a progetti simili, affinando le mie competenze e portando avanti la mia passione nel creare profumi distintivi e iconici.