Micro particelle di plastica

C0020417Alcune analisi ambientali hanno evidenziato la crescente presenza di plastica nelle acque marine e interne che contribuisce a creare la cosiddetta plastic soup, un fenomeno di degrado ambientale su cui diverse istituzioni e ONG hanno chiesto urgenti interventi.
Nonostante la ragione primaria della presenza di particelle di plastica nei mari sia legata alla disgregazione di rifiuti plastici quali bottiglie e sacchetti, tra le sostanze poste sotto accusa, troviamo i cosiddetti microbeads (chiamati anche microgranuli o microplastica) utilizzati anche in alcuni cosmetici e criticati per l’impatto ambientale negativo dovuto alla bassa biodegradabilità del polimero che le costituisce.
Alcuni Stati Membri e ONG dell’Europa del Nord vorrebbero proporre la messa al bando di queste sostanze per uso cosmetico, e a questo proposito la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha iniziato una consultazione con i diversi stakeholder.
Il dibattito sull’uso nei cosmetici dei microbeads in plastica riguarda in particolare le particelle di plastica piccole, solide e non biodegradabili usate in prodotti di detergenza e scrub.
In considerazione del crescente interesse dei media e dell’opinione pubblica sull’argomento, Cosmetics Europe ha deciso di adottare una specifica Raccomandazione che prevede che l’industria volontariamente interrompa entro il 2020 l’uso dei microbeads in prodotti cosmetici da risciacquo per esfoliazione e detergenza.