Microsfere di 4-metilbenzilden-canfora: permeazione e distribuzione nell’epidermide ricostituita

"Normal Epidermis and Dermis with Intradermal Nevus 10x" di Kilbad - Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Normal_Epidermis_and_Dermis_with_Intradermal_Nevus_10x.JPG#/media/File:Normal_Epidermis_and_Dermis_with_Intradermal_Nevus_10x.JPG
"Normal Epidermis and Dermis with Intradermal Nevus 10x" di Kilbad - Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Normal_Epidermis_and_Dermis_with_Intradermal_Nevus_10x.JPG#/media/File:Normal_Epidermis_and_Dermis_with_Intradermal_Nevus_10x.JPG
“Normal Epidermis and Dermis with Intradermal Nevus 10x” di Kilbad – Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons –

Il filtro UV 3(4-metilbenzilidene) canfora (4-MBC) è un ingrediente comune nei prodotti cosmetici di protezione solare. Tuttavia, diversi studi in vitro e in vivo suggeriscono che il 4-MBC può causare effetti sul sistema endocrino. Pertanto, vi è una necessità di nuovi sistemi in grado di minimizzare la penetrazione cutanea di questo filtro UV. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare permeazione e distribuzione cutanea, attraverso EPISKIN, epidermide ricostituita(RE), da una emulsione O/W contenente 4-MBC, libero o incapsulato in microsfere sostanziali polimeriche. Le microsfere contenenti 4-MBC sono state preparate e caratterizzate morfologicamente per la forma, la superficie e l’efficienza di incapsulamento. Emulsioni O/A contenenti il filtro solare libero o incapsulato nelle microsfere sono state sottoposte a test di permeazione attraverso RE utilizzando cellule di diffusione verticale. Alla fine degli esperimenti di permeazione in vitro, la pelle è stata sottoposta allo strippaggio con cerotto. L’incapsulamento del filtro in microsfere ha notevolmente ridotto la permeazione di 4-MBC e ampliato il mantenimento sulla superficie della pelle, dove la sua azione è più desiderabile. In conclusione, i risultati di questo studio confermano la validità delle microsfere come candidate per la formulazione ideale da utilizzare in preparazioni di creme solari, minimizzando così l’assorbimento sistemico e il potenziale rischio tossicologico. Pertanto, maggiore quantità della molecola di protezione solare attiva rimane sulla superficie della pelle, maggiore sarà l’attività protettiva.
International Journal of Cosmetic Science (2015), 37(3), 298-305
di Chiara Lacapra e Silvia Rum