Il genere Lavandula, che include la lavanda (Lavandula angustifolia) e il lavandino (ibrido: Lavandula angustifolia × Lavandula latifolia), è coltivato in tutto il mondo per i suoi oli essenziali, che trovano applicazione in profumi e altri cosmetici, nella trasformazione dei prodotti alimentari e, più recentemente, nei prodotti di aromaterapia. La componente chimica degli oli essenziali di lavanda e lavandino, di solito prodotti dalla distillazione con vapore dei gambi della fioritura, è caratterizzata dalla presenza di terpeni (es. linalolo e linalile acetato) e terpenoidi (per esempio 1, 8- cineolo), che sono principalmente responsabili del sapore caratteristico e delle proprietà «terapeutiche». Il distillato delle cannucce di lavanda e lavandino, sottoprodotto dell’estrazione, è stato tradizionalmente utilizzato per la ricostituzione del suolo o convertito in una fonte di combustibile. Sono residui vegetali ricchi di minerali e carbonio, economici e facilmente disponibili, fonte di preziose sostanze di interesse industriale, come aromi e antiossidanti (es terpenoidi, lattoni e sostanze come cumarina, erniarina, bisabololo α-, rosmarinico e acidi clorogenico). Di conseguenza, studi recenti hanno sottolineato i possibili usi delle cannucce di lavanda e lavandino in processi fermentativi o enzimatici che coinvolgono vari microrganismi, come per esempio funghi filamentosi, per la produzione di antimicrobici, antiossidanti e altri bioprodotti con attività farmaceutiche e cosmetiche, aprendo nuove possibili stimolanti applicazioni nella «biotecnologia bianca».
Applied Microbiology and Biotechnology (Pages Ahead of Print Journal) – 2015
di S. Rum. e C. Lacapra