Un’analisi indaga il potenziale dei composti bioattivi di un’ampia gamma di estratti di foglie di vitigni israeliani ed europei per il trattamento dell’iperpigmentazione cutanea, indotta dalle radiazioni ultraviolette

Il termine iperpigmentazione fa riferimento allo scurimento irregolare della pelle conseguente all’ingente accumulo di melanina. Tale condizione è comunemente associata a svariate forme di danno cutaneo, in primis infiammazione, danno al DNA e stress ossidativo strettamente correlato alle radiazioni ultraviolette (UV). Altri fattori che concorrono al suo sviluppo sono il background genetico e i cambiamenti ormonali.

L’iperpigmentazione è una problematica dermatologica piuttosto diffusa e colpisce soggetti diversi per tipologia di pelle ed età. Si osserva frequentemente sulle regioni del viso e del collo, nonché su braccia e mani.

Iperpigmentazione: un aiuto dai polifenoli

Svariati prodotti chimici e fitochimici si sono rivelati rimedi efficaci contro l’iperpigmentazione. Ricerche scientifiche suggeriscono che alcuni polifenoli potrebbero essere validi alleati nel gestire le macchie scure della cute, grazie alla capacità di inibire la sintesi di melanina e ridurre lo stress ossidativo.

Un polifenolo che ha ricevuto particolare attenzione in tal senso è il resveratrolo. Indagare le capacità dei composti bioattivi delle foglie di vite è diventata pertanto una direzione di ricerca interessante.

Resveratrolo dalle foglie di vite: lo studio

Il presente lavoro, pubblicato su Cosmetics, ha preso in esame il potenziale dei composti bioattivi di un’ampia gamma di estratti di foglie di vitigni israeliani ed europei per il trattamento dell’iperpigmentazione cutanea indotta dalle radiazioni UV.

Attraverso test biochimici, sono state esplorate le correlazioni tra il contenuto totale di polifenoli (TPC), l’inibizione della tirosinasi, il fattore di protezione solare (SPF) e la concentrazione inibente semimassima (IC50) degli estratti.

Le valutazioni sono state eseguite con l’obiettivo di: distinguere tra principi altamente e scarsamente attivi; utilizzare le misurazioni e l’analisi HPLC della composizione per ampliare la comprensione dei meccanismi responsabili sia degli effetti fotoprotettivi degli estratti di foglie di vite, sia dell’inibizione della tirosinasi; conoscere più a fondo i composti bioattivi fotoprotettivi naturali e sviscerarne le potenziali applicazioni in ambito beauty e in dermatologia.

L’analisi di correlazione ha dimostrato un solido legame tra il contenuto totale di polifenoli (TPC) e il fattore di protezione solare (SPF). Un aumento del contenuto totale di polifenoli (TPC) contribuisce dunque a potenziare le proprietà fotoprotettive. Da solo, questo parametro non è tuttavia fortemente connesso all’inibizione della tirosinasi, suggerendo a tal proposito l’importanza di determinati polifenoli.

Nello studio sono stati inoltre identificati picchi specifici nell’analisi HPLC connessi alle attività ricercate. Le varietà di vite israeliane si sono dimostrate più efficaci e attive di quelle europee in tutte le categorie testate. Potrebbero pertanto rappresentare una fonte promettente di ingredienti attivi per prodotti cosmetici mirati all’iperpigmentazione.

Le conclusioni

I risultati ottenuti sottolineano le potenzialità degli estratti di foglie di vite, in particolare quelli di varietà autoctone israeliane, nel trattare l’iperpigmentazione. In aggiunta, evidenziano la rilevanza di polifenoli specifici, piuttosto che del solo contenuto totale di polifenoli (TPC) nel raggiungimento degli effetti desiderati. Sono auspicabili ulteriori indagini per identificare e isolare composti attivi dalle foglie di vite per applicazioni skincare.

Shecori S, Kher MM, Azagury A, Drori E.; The Potential of Grapevine Leaf Extract in Treating Hyperpigmentation. Cosmetics. 2024; 11(1):2. https://doi.org/10.3390/cosmetics11010002