Nel mondo, in media, vengono coltivati 39 milioni di tonnellate di pomodori all’anno. I principali Paesi coinvolti sono Stati Uniti (in particolare la California), Cina, Italia, Turchia  e Spagna.

Il sottoprodotto primario della lavorazione dei pomodori è la sansa, composta da bucce (quasi il 50%), semi (circa il 40%) e una piccola parte di polpa.

Tali residui rappresentano generalmente dal 2-3% fino al 5% della materia prima trasformata, corrispondente ad una produzione annuale di 2 milioni di tonnellate di sansa di pomodoro.

Olio dalla sansa di pomodoro: lo studio

Il presente lavoro, pubblicato su Scientific Reports, indaga la possibilità di utilizzare l‘olio ottenuto dalla sansa di pomodoro nella formulazione di una crema per il viso.

Dopo l’applicazione quotidiana del cosmetico in questione da parte di volontari, sono stati valutati la struttura della comunità batterica, i parametri biofisici della pelle del volto e la protezione dall’inquinamento atmosferico.

Nell’olio di sansa di pomodoro, il profilo degli acidi grassi è stato determinato tramite gascromatografia-spettrometria di massa (GC‒MS), mentre quello dei composti volatili mediante la tecnica nota come microestrazione in fase solida per spazio di testa (HS-SPME).

L’acido linoleico (63,6%) e, tra i composti volatili, il carvotanacetone (25,8%) sono risultati i componenti bioattivi predominanti. L’uso della crema contenente olio di sansa di pomodoro ha, inoltre, determinato un aumento dei generi dominanti Staphylococcus, Anaerococcus e Cutibacterium nell’epibioma, in particolare dello Staphylococcus epidermidis benefico, limitando al contempo la crescita dei patogeni potenzialmente opportunisti Kocuria spp., Micrococcus spp., Veillonella spp. e Rothia spp.

Da scarto di lavorazione a ingrediente dal valore aggiunto

Lo studio soprariportato sottolinea l’utilità dell’olio di sansa di pomodoro come materia prima naturale in cosmetici sempre più innovativi e dal valore aggiunto, nell’ottica della sostenibilità ambientale. Tale ingrediente concorre, infatti, nel ridurre l’infiammazione cutanea, la sensibilità e il livello di melanina e vanta potenziali effetti protettivi contro l’inquinamento atmosferico, oltre a proprietà di equilibrio del microbioma cutaneo.

In futuro, ulteriori test dovrebbero concentrarsi sull’uso di mappe topografiche molecolari 3D combinate con le tecnologie omiche (metagenomica e metabolomica). Il tutto con due scopi principali: in primo luogo, consentire una migliore comprensione e il monitoraggio delle interazioni tra il profilo chimico della pelle, il microbioma e i metaboliti da esso prodotti durante l’impiego regolare della crema con olio di sansa di pomodoro; in secondo luogo, garantire la progettazione di un prodotto personalizzato per il mantenimento dell’omeostasi dell’epibioma cutaneo.

Rajkowska K., Otlewska A., Raczyk A. et al. Valorisation of tomato pomace in anti-pollution and microbiome-balance face cream. Sci Rep 14, 20516 (2024). https://doi.org/10.1038/s41598-024-71323-4