Due interessanti studi condotti in vitro e in vivo sono riusciti a dimostrare l’efficacia terapeutica dei peptidi timici contro la caduta dei capelli. Sono ormai diversi anni che la comunità scientifica cerca di chiarire il ruolo dei peptidi prodotti dal timo nella terapia contro la caduta dei capelli, tuttavia a oggi non esistono dati certi sulla loro efficacia. Due studi condotti da due team di ricerca differenti confermerebbe l’azione di queste proteine.
Perdita dei capelli: tra genetica e stress
Telogen effluvium e alopecia androgenica sono le due cause principali della perdita dei capelli. Due patologie diverse ma con un grosso impatto estetico ed è per questa ragione che ormai da anni R&D del settore cosmetico è impegnato a sviluppare nuovi principi attivi che possano combattere questo fastidioso inestetismo. Per Telogen effluvium si intende una caduta di capelli molto intensa, senza che compaiano chiazze glabre. A livello cellulare questo fenomeno è dovuto all’arresto delle duplicazione delle cellule del bulbo pilifero. La sindrome ha varie cause può compare spesso successivamente a una gravidanza a causa del cessato effetto dell’azione protettiva degli estrogeni. Il telogen effluvium può avvenire in seguito a un trauma o a uno stress prolungato, dovuto a un incidente a un operazione o a fattori ambientali. La perdita di capelli può essere anche dovuta a una carenza di ormoni tiroidei oppure a carenze nutrizionali o di ferro, nel caso del genere femminile. Normalmente telogen effluvium non è definitivo, tuttavia data l’eterogeneità delle cause allo stato attuale non esiste una cura definitiva se non agire sulle cause a monte. Di tutt’altra origine invece è l’alopecia androgenica. Comunemente conosciuta come calvizie, l’alopecia androgenica è causata dall’attività di un enzima specifico la 5α reduttasi. Questo enzima trasforma il testosterone in un analogo più attivo il diidrotestosterone (DHT), l’ormone è causa della formazione dei caratteri maschili incluse crescita dei peli e profondità della voce L’azione di questa molecola porta però anche alla perdita irreversibile dei capelli. Il DHT infatti agisce su bulbi piliferi causandone la miniaturizzazione fino alla morte. Da qui l’irreversibilità della calvizie. L’ormone tuttavia non agisce trasversalmente su tutta la popolazione maschile ma ne colpisce solo chi è predisposto geneticamente, anche le donne, seppur in percentuale inferiore. Inoltre non tutti i bulbi piliferi sono sensibili all’azione dell’ormone ma solo alcuni ed è per questa ragione che la calvizie in genere si manifesta con delle chiazze glabre peculiari che in generale si evidenziano negli uomini all’altezza della fronte, delle tempie e, in fase avanzate, al centro del capo.
Ricerca in vitro sulle timosine
Un primo studio in vitro condotto dal professor R. Paus, svoltosi in parallelo nei laboratori dell’Università di Manchester e di Lubecca, riguarda dei peptidi specifici prodotti dal timo, le timosine, che sembrano avere un ruolo importante nel combattere l’alopecia androgenica e il telogen effluvium. La famiglia delle timosine è composta da peptidi a basso peso molecolare che hanno in comune circa una quarantina di aminoacidi. Isolate per la prima vota nel timo queste proteine hanno la capacità di regolare l’attività immunologica del nostro organismo. Ad oggi è noto che sono prodotte in diversi distretti corporei tra i quali anche i bulbi piliferi. Oltre l’attività immunologica, stimolano la duplicazione di una particolare classe di linfociti, i linfociti T, prodotti appunto nel timo. A queste proteine viene attribuito un potere antinfiammatorio e antiossidante, tant’è che negli anni sono state studiate per la terapia di diverse patologie a carico dell’apparto circolatorio e respiratorio. La ricerca in particolare si è focalizzata su 3 molecole la timosina β4 (TB4), protimosina alfa (PTMA) e la timulina (TYL). Questi ormoni sono in particolare conosciuti come regolatori della crescita del follicolo. Ad oggi sono stati condotti diversi studi sull’impiego topico di questi peptidi in ratti e topi, dove le tre molecole sembrano essere riuscite a stimolare la crescita di peli e vibrisse. Tuttavia prima di questo studi non era noto l’effetto di questi tre ormoni applicati localmente su bulbi piliferi umani.
Dati sperimentali
La ricerca si è svolta su frammenti di tessuto umano con bulbi piliferi coltivati in laboratorio, su quali i ricercatori hanno seguito l’azione degli ormoni su tutto il ciclo di vita del capello. L’azione dei tre ormoni è stata studiata soprattutto per quanto riguarda le fasi di crescita del capello poiché nel caso del telogen effluvium siamo di fronte a un fenomeno reversibile, nel caso dell’alopecia androgenica invece questa è irreversibile: in un eventuale trattamento le molecole potrebbero agire solo sui bulbi ancora attivi, evitando la miniaturizzazione del bulbo e la sua morte. In una prima fase dello studio i ricercatori hanno verificato con tecniche di amplificazione del DNA e di immunofluorescenza che i follicoli non producessero loro stessi le tre molecole, in modo da avere la certezza che i risultati sperimentali fossero frutto esclusivamente del trattamento topico con i tre ormoni. Successivamente, messi in coltura frammenti di cuoio capelluto di diversi donatori, i ricercatori hanno verificato l’effetto dei peptidi sulla crescita del fusto del capello. Una serie di esperimenti ha evidenziato che l’effetto delle molecole può essere contrastante: mentre la timosina alfa porta a un incremento della crescita, la TB4 porta a una riduzione della crescita del 20% rispetto al controllo. Dati che comunque confermano la responsività del follicolo alle molecole in esame. I ricercatori hanno poi studiato mediante istomorfometria il ciclo del capello per valutare l’effetto delle tre molecole sull’anagen: il prolungamento dell’anagen infatti dovrebbe portare a una riduzione della fase telogen con una conseguente diminuzione della perdita dei capelli. Secondo i risultati sperimentali la somministrazione in cultura della timulina porta effettivamente all’aumento dell’anagen. Al contrario la somministrazione di TB4 sembra ridurre la fase di crescita, accellerando di conseguenza la fase di caduta. Secondo lo studio in vitro non tutti i peptidi del timo hanno lo stesso effetto: il principio attivo più efficace sembra infatti essere la timulina.
Crescita di peli e capelli
Si divide in quattro fasi differenti:
– Anagen è la prima fase della crescita che dura alcuni anni, in questa fase vi e c’è una crescita continua di circa un centimetro al mese. Oltre al capello si formano tutti gli annessi del follicolo: la papilla, il bulbo, la ghiandola sebacea a essa associata e il muscolo erettore del pelo. Interessa capelli e peli ed è differente a seconda delle zone del capo a cui ci si riferisce.
– La seconda fase del ciclo del capello è il catagen che è di poche settimane: il pelo una volta formatosi si porta in superficie e si allontana dalla papilla pilifera. In questa fase il follicolo è in fase di riposo questo periodo l’attività della matrice del bulbo si arresta. Le cellule del bulbo vengono eliminate lasciando la papilla scoperta, mentre la parte più profonda del pelo si atrofizzano a formare un ammasso che rimane in contatto con la papilla.
– La fase telogen, che ha una durata variabile dai due e i tre mesi può essere considerata il periodo terminale durante il quale il capello si trova ancora nel follicolo pilifero ma le attività vitali sono completamente cessate. Il capello di fatto è morto ma è ancora ancorato al cuoio capelluto.
– Tra il telogen e la nuova anagen c’è una fase di vero e proprio riposo del follicolo denominata kenogen dove esso rimane vuoto per un certo periodo di tempo.
Studio in vivo
Un secondo studio dimostra come le timosine siano efficaci non solo su colture di tessuto ma anche in vivo, su donatori. I ricercatori hanno testato su circa 350 pazienti, shampoo e lozioni a base di due formulazioni cosmetiche (Timosint e Thymuskin) per verificare l’effetto dei peptidi timici nel curare l’alopecia androgenica e il telogen effluvium direttamente sul cuoio capelluto. I prodotti utilizzati nello studio hanno manifestato una buona reazione clinica: tutti i volontari, che soffrivano di una delle due patologie si sono mostrati responsivi nei confronti del trattamento. Dati alla mano, sul 98% dei pazienti si è osservata una buona diminuzione della perdita dei capelli, inoltre, il trattamento è stato anche in grado di migliorare i sintomi tipici che spesso accompagnano queste forme di malattia, come eritema, prurito e seborrea; Nel complesso poi il trattamento cosmetico ha mostrato di essere ben tollerato dai volontari, i quali hanno manifestato scarse reazioni avverse all’esposizione alle lozioni e allo shampoo.
Bibliografia
-Barbareschi M, Arena N et al.: Multicentric study of the effects of topical lotion and shampoo containing synthetic thymus peptides on androgenetic alopecia and chronic telogen effluvium in women and men. Journal of Plastic Dermatology. 2013: Vol.9 (2).
-Thymic Peptides Differentially Modulate Human Hair Follicle Growth, Natalia Meier, Dorothee Langan, Heidegard Hilbi, Enikö Bodó1, Nilofer P Farjo, Bessam Farjo, Franz P Armbruster and Ralf Paus Journal of Investigative Dermatology (2012) 132, 1516–1519; March 2012.
di E. Brunelli, PhD Biotechnology, Università del Piemonte Orientale