Un’attività che mantiene il suo smalto

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L’industria e il mercato dei prodotti per le unghie, nel 2014, hanno espresso valori in crescita in tutta l’Europa Occidentale e anche a livello mondiale presentano potenzialità interessanti soprattutto in alcuni segmenti specifici. Secondo Euromonitor International, però, soffre il panorama italiano. Le rilevazioni di Euromonitor International sul settore del nail care e relative sia al suo andamento fra 2013 e 2014 sia ai valori che esso ha generato lo scorso anno dicono che, in tutta l’Europa Occidentale, le principali classi merceologiche hanno assistito a un incremento delle vendite. Certo, le percentuali di crescita sono nel complesso modeste, ma comunque tali da dare l’idea di un panorama piuttosto vivace. A fare eccezione, in questo contesto e con particolare riferimento ad alcune categorie di prodotto, è però il nostro Paese, dove non mancano segnali di un rallentamento. Il volume d’affari nell’ovest europeo è arrivato a quota 1,833 miliardi di dollari statunitensi lo scorso anno e a trainare i fatturati sono stati gli smalti arrivati al picco del miliardo e 377 milioni. Le altre principali linee hanno raggiunto come era lecito aspettarsi risultati molto meno significativi. Trattamenti e soluzioni rinforzanti si sono fermati a un passo dai 200 milioni (199 e 400 mila) mentre i solventi e gli smacchiatori non sono andati oltre i 188 milioni. Gli articoli raccolti sotto l’ombrello onnicomprensivo degli Altri prodotti per unghie rappresentano una nicchia marginale da 68 milioni soltanto. Quale che sia la loro incidenza in termini di vendite, tutte le voci menzionate sono state in grado di compiere nel vecchio continente qualche più o meno ampio passo in avanti. Gli smalti, a cavallo del passato biennio, sono progrediti per 3,5 punti percentuali; e i trattamenti rinforzanti hanno venduto il 2,3% in più, contro l’1,7 dei solventi e l’1,3% delle restanti famiglie. Mediamente, gli analisti di Euromonitor International, hanno calcolato che l’ascesa dei fatturati su scala continentale nel periodo preso in considerazione sia stata pari ad almeno 3,1 punti percentuali.

L’Italia fra progressi modesti e passi indietro
Come si è già avuto modo di osservare l’Italia ha goduto nel suo insieme di movimenti di portata ben minore. Rimane certamente un bacino di rilievo perché vale l’ottava parte dell’intero business europeo-occidentale ma ha io difetto di procedere a ritmi molto più compassati rispetto alla media. Nel 2014 nella Penisola l’ammontare totale delle vendite di prodotti per le unghie è stato di 229,1 milioni di dollari e, analogamente a quel che si è visto per il resto dell’Ue, a giocare un ruolo di spicco in questo contesto è stato il raggruppamento degli smalti, con quasi 173 milioni d’incasso. Segue, nelle graduatorie dell’osservatorio internazionale indipendente, l’offerta di solventi, con un volume d’affari molto meno imponente ed equivalente cioè a soli 38,6 milioni. Ancora più distanziati gli articoli rinforzanti e i trattamenti in genere, con i loro 13 milioni circa; e gli altri, bloccati a 4,7 milioni. Un’occhiata alle performance del comparto nel passaggio fra il 2013 e il 2014 rende l’idea delle difficoltà che sta attraversando in un territorio tradizionalmente attento al look e alla cura della persona quale è il nostro. L’aumento delle vendite nel periodo è stato inferiore all’1% (+0,9%) anche se gli smalti hanno archiviato risultati superiori alla media con il loro +1,8%. Sono state però le rimanenti proposte a registrare dei peggioramenti, talora d’entità non trascurabile. Si pensi per esempio al -4,9% sofferto dai rinforzanti; per proseguire con le discese senz’altro meno rovinose di solventi e smacchiatori, che hanno lasciato solo un punto per strada; e degli altri (-0,9). Le spie di un declino del Belpaese si erano già accese, in riferimento al nail care, nel 2013, e a metterle in evidenza aveva provveduto la stessa sigla di categoria aderente a Confindustria, Cosmetica Italia. Citata da autorevoli magazine internazionali, l’associazione pose l’accento lo scorso anno sul calo dell’1,4% di vendite che faceva seguito al -0,5% contabilizzato nel 2012. E descrisse puntualmente quali canali distribuitivi fossero stati più colpiti, fra il 2012 e il 2013 appunto, dalla crisi in corso. Nel mercato di massa rappresentato da supermercati e ipermercati le perdite erano state del 10,7% verso quota 41,7 milioni; nelle farmacie e nelle profumerie leggermente più contenute: -7 e -7,9%.

nailL’Europa e gli altri: eppure qualcosa si muove
Altre fonti di stampa che riprendono le dichiarazioni di esponenti dell’industria contribuiscono però a fare luce sui segnali positivi che il mercato è tuttora in grado di inviare, per lo meno relativamente ad alcune classi merceologiche e ad alcune nazioni. Tanto per fare un esempio si prevede che gli smalti per le unghie possano sì rallentare ancora in un Paese del Mediterraneo a sua volta alle prese con la crisi come la Spagna, ma mostrare tassi di sviluppo del 5% circa in Germania. E si stima altresì che l’Europa Occidentale possa viaggiare anche nel prossimo futuro a ritmi dell’1-2% annui. Non solo: per quel che riguarda i prodotti per la cura delle unghie il vecchio continente si trova ora in terza posizione nel mondo, per valori, alle spalle del Brasile e degli Stati Uniti. Ma è opinione di alcuni produttori che esso possa guadagnare terreno e finire per sorpassare gli States medesimi. Anche perché i fornitori non credono in un «collasso del mercato» ipotizzando piuttosto una sua stabilizzazione. Ed exploit interessati sono infine attesi da alcune fra le applicazioni più innovative.
Le estensioni per unghie basate su gel e raggi ultravioletti sono per esempio giudicate fra le produzioni più promettenti, in un’ottica futura, da Markets and Markets, che ha recentemente pubblicato le sue proiezioni sulla performance del segmento fra il 2015 e il 2020. Secondo la società di ricerca e analisi del mercato con quartier generale a Dallas, in Texas, il tasso di crescita annuo di queste soluzioni dovrebbe attestarsi attorno ai 6,5 punti percentuali nel quinquennio. Alla fine di questi cinque anni esso dovrebbe dare vita a fatturati complessivi da 60 milioni di dollari circa. Le dimensioni pronosticate sono quindi quelle di una nicchia, che ha però le carte in regola per ampliarsi, e che per il momento vede gli Stati Uniti accaparrarsi il 53% delle vendite, tallonati dall’Europa e in particolare dal Regno Unito. Sulla medio-lunga distanza, inoltre, il segmento potrebbe ottenere ottimi riscontri nell’area Asia-Pacific, con la Cina e il Giappone a tirare la volata. Ancora, guardando sempre al di là dei confini europei, è da notare come gli stessi Stati Uniti siano oggi soggetti a uno stallo delle vendite in parte causato, stando ad alcuni osservatori, dalla diminuzione dell’interesse verso questo tipo di offerta da parte delle consumatrici fra 18 e 24 anni. Allo stesso tempo, nei tre anni compresi fra il 2012 e il 2014, e dopo un iniziale boom, hanno rallentato le richieste di smalti dagli speciali effetti di scintillio o metallici, per esempio, mentre ulteriori segni di una salute soddisfacente giungono, sull’altra sponda dell’Atlantico, dai trattamenti rinforzanti. In crescita a livello europeo e in vistoso decremento nel nostro Paese, hanno realizzato invece un balzo da circa 12 fra il 2012 e il 2014 in Nord America. Dove però il 30% delle consumatrici, secondo indagini datate all’aprile di questo stesso anno, è solita fare ricorso a dei trattamenti rinforzanti, ogniqualvolta decida di provvedere da sé a manicure e pedicure, in casa.

Bibliografia
-Euromonitor International: www.euromonitor.com/
-Markets & Markets: www.marketsandmarkets.com/ (citato in: www.premiumbeautynews.com/en/global-uv-nail-gel-market-to-reach,8308)
-www.cosmeticaitalia.it/home/(citato in: -www.cosmeticsbusiness.com/market_reports/article_page/Hands_and_nails_Italy_2014/103861)

di R.Carminati in collaborazione con Euromonitor International