La valorizzazione dei semi di dattero (Phoenix dactylifera L.), un abbondante sottoprodotto agroindustriale, offre un approccio sostenibile allo sviluppo di ingredienti multifunzionali per la fotoprotezione dermocosmetica.

Ricchi in polifenoli, flavonoidi e antiossidanti lipofili, gli estratti e gli oli di semi di dattero hanno dimostrato promettenti proprietà lenitive, di assorbimento dei raggi ultravioletti (UV) e di rimozione dei radicali liberi. Recenti studi in vitro, ex vivo e preclinici ne hanno sottolineato il potenziale come agenti bioattivi nelle formulazioni di filtri solari, supportando sia l’integrità della barriera cutanea sia la mitigazione dello stress ossidativo, sebbene sia ancora necessaria la validazione clinica.

Approfondimenti fitochimici e progressi formulativi

Considerata la crescente incidenza di patologie cutanee indotte dalle radiazioni UV, la domanda di filtri solari biocompatibili, formulati eticamente ed ecosostenibili è diventata più forte che mai.

Il presente lavoro, pubblicato su Cosmetics, consolida le attuali conoscenze sul profilo fitochimico e sull’efficacia biologica dei derivati ​​dei semi di dattero, con particolare attenzione all’integrazione in sistemi di veicolazione avanzati come nanovettori, emulsioni Pickering e complessi di ciclodestrine, per migliorarne fotostabilità, permeabilità cutanea e accettabilità estetica.

Gli aspetti di sicurezza, tra cui allergenicità, fototossicità e lacune normative, vengono esaminati criticamente, insieme ai vantaggi ambientali ed etici.

Sfide per la traslazione clinica e la fattibilità commerciale

I risultati ottenuti nello studio soprariportato sostengono l’inclusione di principi attivi derivati ​​dai semi di dattero in creme solari dermocosmetiche di nuova generazione, in linea con i principi della bioeconomia circolare, la domanda dei consumatori di prodotti “reef-safe” e l’evoluzione delle normative internazionali.

La valorizzazione dei sottoprodotti dei semi di Phoenix dactylifera L. rappresenta non solo un’innovazione tecnologica, bensì anche un cambio di paradigma nella scienza cosmetica sostenibile, trasformando gli scarti agricoli in ingredienti dermatologicamente efficaci, culturalmente inclusivi e compatibili con il pianeta.

Permangono, tuttavia, diverse lacune critiche in termini di ricerca e sviluppo da colmare per la traslazione clinica e la fattibilità commerciale. In primo luogo, la profilazione standardizzata dei fitochimici dei semi di dattero (in particolare polifenoli come l’acido caffeico e l’epicatechina) richiede l’armonizzazione tra i metodi di estrazione per garantire la riproducibilità delle prestazioni antiossidanti e fotoprotettive. Sono necessari studi comparativi che esplorino polarità del solvente, resa estrattiva e permeabilità cutanea per stabilire parametri di riferimento bioattivi a livello di formulazione.

In secondo, sebbene le prove in vitro di potenziamento dell’SPF e di inibizione delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) siano incoraggianti, i lavori futuri dovrebbero dare priorità a studi controllati di fotoprotezione in vivo, indagini sull’assorbimento dermico e valutazioni di sicurezza a lungo termine. Tali dati sono essenziali per supportare le rivendicazioni normative e facilitare l’inserimento dei derivati ​​di Phoenix dactylifera L. nelle monografie internazionali sulle creme solari.

Le strategie interdisciplinari che coinvolgono nanovettori, complessi di inclusione in ciclodestrine ed emulsioni Pickering offrono inoltre un potenziale significativo per migliorare la fotostabilità, ridurre le dosi-soglia e minimizzare i rischi di allergia.

Da ultimo, sebbene gli estratti di semi di dattero mostrino promettenti effetti antiossidanti e fotoprotettivi, qualsiasi affermazione relativa all’SPF deve essere convalidata tramite standard riconosciuti in vivo o in vitro. Dovrebbero pertanto essere considerati filtri UV di supporto piuttosto che autonomi.

Siroukane N, Kheniche A, Souiki L. Valorization of Date Seed Waste for Sustainable Dermocosmetic Sunscreens: Phytochemical Insights and Formulation Advances. Cosmetics. 2025; 12(5):225. https://doi.org/10.3390/cosmetics12050225

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here