Vendite cosmetiche in calo nei canali professionali

World wide web internet conceptRegistreranno una ulteriore contrazione, nel 2015, le vendite dei cosmetici nei canali professionali. Secondo quanto pubblicato nell’ultima indagine congiunturale di Cosmetica Italia, si vedranno flessioni meno negative che negli ultimi anni, ma comunque il segno meno ridurrà il sell-out degli acconciatori a 560 milioni di euro (-2,4%) e quello dei saloni di estetica a 230 milioni (-3,5%).
Se il calo delle frequentazioni dovuto alla crisi affligge i saloni di acconciatura, nel canale si osservano due velocità, con operatori che si rimettono in gioco rinnovando le proprie proposte sul fronte dei servizi e della fidelizzazione e operatori meno dinamici nell’affrontare i necessari cambiamenti per trattenere la clientela, sempre più esigente.
Diverso è il problema dei centri di estetica e benessere, in cui non mancano realtà all’avanguardia che hanno saputo puntare anche sulla vendita dei prodotti, ma in cui si fatica a dare un’identità definita al canale.
Le tendenze del mercato al benessere, l’attenzione alla shopping experience e la richiesta di prodotti specializzati, attestati anche dalle ultime ricerche del Centro Studi di Cosmetica Italia che lancia l’osservatorio Beauty Trend Watch, sarebbero favorevoli a un rilancio dell’area professionale,

Gian Andrea Positano.
Gian Andrea Positano.

con un ruolo importante delle aziende. Lo profila Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia «si attesta la tendenza a un’alleanza fra consumatore e azienda, che vediamo sempre più solida. Per l’azienda significa essere più vicino al consumatore e conoscerne le esigenze. Per il consumatore è il desiderio di avere un’interfaccia sempre più diretta con i produttori, per avere le informazioni di cui è sempre più avido. Grazie ai mezzi web questo contatto si è fatto più intenso: le aziende hanno dai consumatori feed back sui nuovi lanci in poche ore. Nel canale professionale, dove il ruolo del professionista rimane comunque importante, consumatore, professionista e azienda sono uniti in una catena di rapporti in cui oggi l’anello professionista/consumatore mostra qualche segno di debolezza. In tal senso l’informazione diretta dell’azienda al consumatore, per esempio sui nuovi lanci che interessano il canale professionale, può essere uno stimolo a riportare il consumatore nel canale».

di E. Perani