I primi passi nella stampa in 3D sono stati fatti negli anni ‘80 e da allora si è assistito a una progressiva diffusione di questa tecnologia che oggi è disponibile anche per uso domestico. Nuovi materiali, riduzione dei costi, una forte spinta del mercato verso le soluzioni personalizzate, hanno sostenuto lo sviluppo del 3D printing. Nota all’industria del packaging cosmetico per la creazione dei prototipi, la stampa a 3D ha recentemente scavalcato la barriera che la teneva lontana dall’ambito produttivo in serie. Il primato sembrerebbe andare all’imprenditrice Anita Redd, proprietaria della Anita’s Blam Inc., in Georgia US.. A causa di alcune difficoltà nell’approvvigionamento, Mrs Redd decide di produrre da sola il pack per il suo balsamo per labbra. Supportata dalla MakerGear, acquista una stampante 3D per uso domestico, la M2, sviluppa con il marito ingegnere il disegno in Autocad e parte con la produzione del suo stick. Ognuno dei 5 componenti è stampato in PLA, per garantire una completa biodegradabilità a fine vita. Lo stick ha la singolare forma di una giara e il balsamo per labbra esce avvitando il fondo. Il lancio del primo packaging di serie stampato in 3D sembra aver ottenuto un completo successo. Quello che è certo è che l’intraprendenza dell’imprenditrice americana segna un momento importante nella corsa alla iper-customization nell’industria del packaging cosmetico.