La melanina è la principale responsabile della pigmentazione della pelle e ha l’effetto benefico di prevenire i danni cutanei indotti dall’esposizione ai raggi UV. L’eccessivo accumulo di melanina tuttavia è causa di alcuni inestetismi, quali melasma, lentiggini e macchie senili. L’enzima tirosinasi catalizza un passaggio chiave nella formazione della melanina e negli anni la ricerca si è concentrata sull’identificazione d’inibitori della tirosinasi per prevenire i problemi legati all’iperpigmentazione. In uno studio, l’acido p-cumarico, un comune metabolita secondario presente in molte piante e strutturalmente simile alla tirosina, è stato confrontato con due noti inibitori della tirosinasi, l’arbutina e l’acido kojico, ed è risultatoinibire in vitro la tirosinasi di fungo, topo e uomo. L’effetto inibitorio dell’acido p-cumarico si è dimostrato molto attivo sulle cellule umane e più efficace di arbutina e acido kojico. Potenti effetti antimelanogenici sono stati osservati sui melanociti umani in seguito ad esposizione ai raggi UVB, dimostrando promettenti implicazioni per future applicazioni di questo composto come agente ipopigmentante.
Anet al., 2010. Phytotherapy Research, 24: 1175–1180