Conferenza SICC: 40th Interdisciplinary International Concept

IMG_0717L’ interdisciplinarità della conferenza, organizzata da SICC in occasione di EXPO,  si è evidenziata sia a livello di tecnologie (Alimentare e Cosmetica) sia di processi (innovazione e Supply Chain).
Molte delle innovazioni tecnologiche e di processo presentate possono essere adottate e/o risultare vantaggiose per tutti e due i settori: E. Sabbioni, Aging Reasearch Center (CeSI) Fondazione Università “G. d’Annunzio” di Chieti, ha illustrato vantaggi e rischi connessi con l’utilizzo dei Nanomateriali, concludendo che molto lavoro deve essere ancora fatto per definire le forme Nano Angeli o Demoni; D. Buonocore, Lab. di Farmacobiochimica Università di Pavia, ha presentato alcune delle interessanti possibilità di estrazione di ingredienti attivi dai sottoprodotti dell’industria agro-alimentare, utilizzabili sia per il settore cosmetico che nutrizionale; S. Limbo, PackLab Università di Milano, ha evidenziato come packaging e etichette “intelligenti” potranno essere usate in futuro per comunicare al consumatore parametri “vitali” per conoscere la qualità dei prodotti, siano essi alimentari che cosmetici; S. Manfredini, Università di Ferrara, ha portato esempi di come alcune tecniche di sintesi chimica (reazione di Maillard) possono essere utilizzate per sintetizzare ingredienti cosmetici di grado Alimentare, permettendo così di ridurre il gap esistente anche a livello legislativo fra i due settori
La sostenibilità è uno dei fattori che accomuna consumatori ed aziende di ambedue i beni di consumo; come si evince dai lavori anche sperimentali di S. Porretta (SSICA Parma), C. Ghizzoni (Iberchem Italia), M. Salis (Sen&CA) , A. San Miguel (Quadpack), E. Monteleone (Università di Firenze – GESAAF), e R. Al Sibai (Neotron), i consumatori sono orientati verso una evoluzione dei criteri di giudizio a favore della sostenibilità, con due limitazioni però che ne riducono l’efficacia per la salvaguardia dell’ambiente: la prima riguarda la difficoltà a comprendere quali siano gli indicatori chiave per la sua misurazione, la seconda se e quanto siano disposti a sacrifici di tipo economico a favore della sostenibilità ambientale; in ogni caso le caratteristiche intrinseche dei prodotti rimangono prioritarie, soprattutto se percepibili: sicurezza e funzionalità rivestono sempre massima importanza, ma la sensorialità, se coerente con gli altri criteri, risulta fattore determinante anche nei target di consumatori più orientati alla salvaguardia dell’ambiente.
L’orientamento, invece, delle aziende verso la sostenibilità e la Qualità globale di prodotti e processi è sempre più vissuto come leva strategica, a meno che non venga giocato come puro argomento di Marketing o, peggio, come strumento di Green Washing: in particolare questi concetti sono stati approfonditi nelle relazioni di tipo trasversale alle tecnologie ed alle discipline: A.S. Spina (Acqusiti e Sostenibilità), ha stressato l’importanza della partnership fornitore-cliente; V. Rialdi (Vevy Europe) ha illustrato i principi che regolano il rapporto fra i fornitori di Ingredienti cosmetici ed i loro clienti strategici per promuovere scelte responsabili in favore della sostenibilità; G. Mulè ha parlato a nome dell’organizzazione EFQM (European Foundation for Quality Management) che promuove, attraverso un collaudato modello gestionale, il cammino verso l’eccellenza di imprese ed organizzazioni; in questo ambito, la sostenibilità assume sempre più valore strategico. F. Romagnoli (BASF) ha chiarito come tutti gli stake-holder della catena cosmetica siano responsabili di operare per la salvaguardia dell’ambiente, ognuno con impatto diverso sulle risorse; dalla sua presentazione risulta chiaro come nel caso di uso di shampoo e bagni schiuma il consumatore sia il maggior responsabile in fase di consumo della produzione di CO2-equivalente pari a più del 90% del totale prodotto dalla catena, per cui l’educazione e comunicazione al consumatore può risultare determinante per la sostenibilità del processo. C. Emanuel (L’OREAL Italia) ha illustrato come la strategia di una multinazionale del settore cosmetico può affrontare, sia per scelta che per convenienza, la sostenibilità dei prodotti, vista la tendenza del mercato che anche in Italia si è orientato a parole in tale direzione: più del 50 % pone molta attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, mentre il 93% vorrebbe che produttori, servizi e distributori supportassero problemi sociali ed ambientali; la strategia aziendale si è quindi orientata con target molto sfidanti in tema di innovazione, produzione e consumi eco-sostenibili . L. Saporetti (Acquisti e Sostenibilità) ha illustrato come la distribuzione sia responsabile importante di sprechi, sopratutto nel settore alimentare, e come le nuove tecnologie informatiche possano supportarla nel cammino verso la riduzione di tali sprechi; C. Sayner (CRODA), attraverso l’illustrazione della Case History dell’Olio di Palma prospetta un modello di approccio ai problemi della salvaguardia della biodiversità che utilizzi certificatori terzi per accreditare processi adeguati.
Il tema dell’innovazione sostenibile negli ingredienti cosmetici è stato toccato da molti autori, alcuni dei quali hanno enfatizzato come il mondo vegetale o i suoi derivati bio-tecnologici può essere fonte di principi attivi molto più performanti ed ecologici dei semplici estratti vegetali; in questo filone citiamo i lavori di F. Apone (Vitalab) sulle culture di tessuti vegetali, specialmente di quelle derivate dalle radici pelose, di C. Crusco (Intercos), su biosfere polimeriche come sostitute ecologiche delle microsfere di polietilene, di E. Esposito (Università di Ferrara) sulla liposomizzazione di curcumina, altrimenti difficilmente solubilizzabile e bio-disponibile, di G. Maramaldi (Indena), che rivaluta i derivati dell’incenso attraverso colture di varietà eco- e socio- sostenibili, di G. Calviello (università Cattolica S. Cuore Roma) che illustra il ruolo di antiossidanti di derivazione agro-alimentare utilizzabili vantaggiosamente in dermatologia e cosmetologia ed F. Delsenne (Waters), che illustra le proprietà superiori dal punto di vista ecologico e tossicologico della CO2 supercritica nei confronti dei solventi tradizionali.
L’ultimo concetto che è stato ampiamente trattato è quello della Comunicazione corretta e trasparente come strumento di promozione della sostenibilità, che ha avuto il culmine nella cerimonia di attribuzione delle menzioni speciali dei Cosmerit Awards di cui parliamo in altra parte di questo comunicato: H. Bosch (DSM) ha illustrato come la comunicazione fornitore-cliente (B2B) sia fondamentale per ottimizzare i processi di LCA attraverso tutta la catena, L. Nava ha ribadito come, con l’entrata in vigore nel 2013 del Regolamento CE sui Claim, sia diventato mandatorio quello di una corretta comunicazione B2C, H. Dittmar ha esemplificato quanto richiesto dal suddetto regolamento in termini di dichiarazioni del tipo “Non Contiene”, catalogando quelle ammissibili e quelle no, P. Minghetti (Università di Milano) ha chiarito come sia il modo di comunicare a destinare anche dal punto di vista Legale i prodotti nell’area di competenza Cosmetico piuttosto che del Dispositivo Medico, E. Plata ha presentato il modello promosso da PLEF per una comunicazione di reporting Aziendale che tenga sempre più conto dei valori immateriali a scapito di quelli economici,
Anche i poster scientifici e le presentazioni e poster commerciali hanno contribuito ad approfondire i temi fin qui presentati.
Il concetto di “semplificazione intel-ligente” è stato molto ben rappresentato da molte e qualificate presentazioni: X. Romeu (Symrise) ha ribadito come fosse sempre più difficile ma sempre più necessario trovare sistemi conservanti com-plessi per … semplificare il lavoro del cosmetologo; L. Rigano (Rigano Industrial Consulting & Research) ha illustrato una interessante tendenza del mercato, subito corrisposta dai cosmetologi più attenti, verso una semplificazione dei prodotti a favore di quelli a uso multiplo (crene BB, CC, etc. etc.); P. Aliverti (FabbSrl) ha presentato un trend di semplificazione nella prototipizzazione del packaging attraverso l’uso delle stampanti 3D come strumenti semplificati dei sistemi di CAD Design; L. Campanella (Università La Sapienza Roma) ci fa sognare prospettando la miniaturizzazione di semplici strumenti basati su sensori e bio-sensori per la valutazione dei parametri qualitativi dei prodotti (cosmetici ed alimentari), estendibili anche all’uso dei consumatori, S. Dall’Acqua (Natural Product Lab Università di Padova) introduce il tema della semplifi-cazione in laboratorio di controllo, chiarendo come in quest’ambito non sia necessaria la sofisticazione de-gli strumenti utilizzati nella ricerca e fornendo esempi convincenti di come la tecnica NIR, la spettroscopia Raman e la miniaturizzazione dell’NMR possano essere vantaggiosamente usati senza necessità di perso-nale specializzato; C. Cattoi (Senior Quality Auditor Certiquality) ha poi chiuso questa area informandoci di come la nuova Norma 9001:2015 stia cavalcando il tema della semplificazione, soprattutto in ambito do-cumentazionale, facendo tirare un respiro di sollievo a chi non digeriva questa norma sopratutto a causa della burocrazia connessa alle documentazioni richieste.
Semplificazione è stato poi il tema dominante della giornata conclusiva della Conferenza effettuata in area EXPO, nel padiglione della Società Civile in cascina Triulza: il tema del “senso ritrovato” ben si riconduce alla sperimentazione sensoriale che i ricercatori di ISPE, Studio Rigano e TVS Network hanno saputo attualizzare in modo così coinvolgente da trascinare il pubblico dei “non addetti” in gare di valutazione sensoriale e strumentale; la pratica si è poi condensata in conferenze chiarificatrici di alcuni dei concetti sperimentati nel percorso sensoriale che sono state condotte da: B. Colonnello (Promoest), che ha illustrato il coinvolgimento dei sensi nella Comunicazione nel 3° millennio; L. Rigano, che a nome dell’Ordine dei Chimici della Lombardia ha rivalutato i prodotti da chimica verde e quelli di derivazione da petrolio come in alcuni casi più sostenibili di quelli di derivazione vegetale; A. Bettero (Università di Padova), che ha prospettato l’utilizzo di uno strumento semplice, non invasivo e potenzialmente olistico per valutare lo stato di benessere della cute; M. Monti (Istituto Clinico Humanitas) che ha fatto un elogio della semplificazione dell’utilizzo dei sensi da parte del Dermatologo in congiunzione con le tecniche di indagine clinica più sofisticate.

Per ulteriori informazioni: www.sicc.it