Si è svolta l’edizione 2013 dell’Assemblea annuale di Unipro che ha approvato il passaggio alla denominazione Cosmetica Italia e ha riservato, nella sua parte pubblica, un’articolata riflessione attorno a caratteristiche, sfide e opportunità dell’impresa familiare oggi. Ad accompagnare il loro racconto, anche le testimonianze in video di quattro imprese familiari che non appartengono al mondo della cosmetica e le riflessioni di Daniela Montemerlo, docente Università Bocconi e Insubria e consulente di imprese familiari. Se Silvio Albini, imprenditore di quinta generazione, racconterà i 137 anni di manifattura tessile di Albini Group, tra i più importanti player mondiali di tessuti, articolati tra il legame con il territorio della Val Seriana e la sfida di un innovativo progetto di coltivazione diretta di cotone in Egitto, sarà Alberto Marenghi a consegnare la vicenda di Cartiera Mantovana. Fondata il 1° luglio del 1615, l’impresa di Goito ha visto passare ben 13 generazioni e si avvicina a celebrare i 400 anni di vita. È al sogno del padre Salvatore, fondatore della maison fiorentina, “di creare e produrre le più belle scarpe del mondo”, che si lega la riflessione di Ferruccio Ferragamo: un’impresa familiare quotata in borsa, ma con saldi legami con la tradizione.
«I dati del 2012 – commenta Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia – confermano i trend, già studiati nel Beauty Report 2013, che vedono un settore industriale lucido nei confronti della contrazione dei consumi interni e conscio dello spostamento dei consumatori su nuove fasce di prezzo e di canale: un consumatore che lo scorso anno ha speso 9.600 milioni di euro (-1,8%) e che quindi ha rinunciato solo marginalmente al cosmetico, bene di consumo quotidiano irrinunciabile».
«Non è anacronistico – continua Gian Andrea Positano, Responsabile del Centro Studi – proporre l’andamento degli ultimi 10 anni, attraverso delle serie storiche, dei fenomeni che hanno caratterizzato il mercato italiano per canale e prodotto. È di fatto possibile individuarne l’elasticità rispetto alla crisi. Basti pensare al progressivo incremento delle vendite in farmacia, alla specializzazione di quelle in profumeria e alla crescita dinamica di nuove modalità di vendita come i porta a porta».