Il carico ambientale associato ai prodotti industriali dipende da fattori di mercato (numero di prodotti immessi in commercio e riduzione della loro vita utile), dalle caratteristiche intrinseche (complessità strutturale e peso) e da soluzioni progettuali spesso volte ad abbassare costi e tempi di produzione.
I potenziali effetti congiunti sulla disponibilità di alcuni materiali e sull’incidenza durante le fasi di produzione e fine vita di tali beni di consumo hanno stimolato, sia a livello scientifico sia a livello normativo, la promozione di nuove strategie, approcci e soluzioni per diminuirne l’impatto complessivo.
Materie plastiche: un aiuto dall’ecodesign
I materiali plastici sono altamente critici dal punto di vista ambientale e della salute umana, in virtù delle crescenti quantità prodotte e della persistenza nell’ambiente post uso.
Per trovare valide alternative sono in corso ingenti sforzi a livello globale. Ciò è vero soprattutto per l’industria degli imballaggi, dove l’uso di plastica è più intenso e le merci hanno spesso una vita utile molto breve.
Un approccio riconosciuto in grado di proporre soluzioni efficaci per ridurre l’impatto delle materie plastiche è l’ecodesign, un modello fondato sull’integrazione degli aspetti ambientali nello sviluppo del prodotto finito.
In questo contesto, le bioplastiche sono state indicate come una nuova generazione di materiali, caratterizzata da un potenziale minor carico ambientale lungo l’intero ciclo di vita.
Lo stesso non si può ancora dire per le prestazioni tecnologiche e produttive, sia a livello industriale che in fase di utilizzo, soprattutto per quanto riguarda i beni durevoli.
Lo studio
Il presente lavoro, pubblicato su Circular Economy and Sustainability, mira a esplorare, nel quadro dell’economia circolare, l’ecodesign di un dispenser in plastica rigida utilizzato nel settore della personal care.
Nello specifico, i materiali biobased sono stati proposti in sostituzione al polipropilene e al polietilene convenzionali. Le prestazioni tecnologiche di tali materiali sono state valutate mediante test di laboratorio, di produzione e di utilizzo.
I risultati ottenuti hanno evidenziato che i materiali biobased stanno raggiungendo livelli paragonabili alle plastiche convenzionali.
Sono state, inoltre, discusse le implicazioni normative, ambientali ed economiche di un loro potenziale utilizzo a livello industriale.
Le conclusioni
Negli ultimi anni, la ricerca ha favorito il netto miglioramento delle caratteristiche intrinseche e funzionali dei materiali biobased, rendendone molto più facile la commerciabilità.
Nell’ottica di scelte sostenibili e circolari, tuttavia, è essenziale che la produzione di massa dell’erogatore realizzato con i biomateriali sostitutivi passi anche attraverso validazioni economiche e ambientali.
Altri spunti empirici emersi nel corso dello studio soprariportato riguardano elementi decisionali tipici del mondo industriale, che possono impattare significativamente sulla diffusione prospettica dei materiali biobased. Basti pensare all’attuale domanda di mercato di tali materiali, al time-to-market richiesto per l’impiego di massa, agli eventuali rischi di approvvigionamento, agli aspetti normativi e alla gestione della fase di fine vita.
Un aspetto d’interesse, sia ai fini di una panoramica esaustiva relativa ai materiali sostitutivi nell’industria degli imballaggi in plastica sia per scopi aziendali, riguarda i recenti sviluppi sulla disponibilità e sulle performance di altri materiali sostitutivi, quali i rifiuti plastici riciclati post-industriali e post-consumo, direzione che potrebbero intraprendere le indagini future.
Simboli A., Sinibaldi L., Taddeo R. et al.; Product Ecodesign: An Application of Bio-Based Materials in the Personal Care Packaging Industry; Circ.Econ.Sust. (2024). https://doi.org/10.1007/s43615-024-00383-5