Etichettatura: Come affrontare il mercato USA?

Il mercato USA per le aziende cosmetiche è sempre stato considerato un obiettivo interessante. L’importazione, produzione e distribuzione di prodotti cosmetici italiana negli Stati Uniti è tra le più attive. Lo scambio è favorito dal fatto che il settore export ha sempre goduto di un clima normativo aperto e flessibile. Negli Stati Uniti il trend del consumo dei prodotti cosmetici è positivo e in continua crescita di anno in anno, sia per quanto riguarda la produzione interna, sia per quanto riguarda l’import dal mercato europeo. Le opportunità e le prospettive dunque sono buone, considerando che il Made in Italy è sempre più apprezzato. Negli ultimi anni, tuttavia, i controlli in fase di importazione per i cosmetici sono diventati più stretti e la sorveglianza più accurata, questo in seguito al proliferare sul mercato mondiale di prodotti di dubbia formulazione e provenienza, piuttosto che di cosmetici di marca contraffatti.

Regolamenti: come muoversi per etichettare correttamente
Per i distributori internazionali districarsi nel regolamento FDCA (Food Drugs Cosmetic Act) non è sempre facile, tanto che gli stessi organismi di controllo USA suggeriscono un’accurata revisione per le etichette da parte di un revisore esperto che possa supportare l’azienda in maniera adeguata. Non sono rari, infatti, i casi dove un prodotto rimane fermo alla dogana  semplicemente per un’etichettatura non adeguata. In questo panorama è fondamentale che il fabbricante o l’importatore di cosmetici sia sempre informato e applichi le norme FDA correttamente a tutte le etichette dei cosmetici, così come rispetti le norme di marketing e pubblicità. Muoversi però attraverso la legislazione USA per un produttore Europeo non è per niente semplice.

Attenzione alle avvertenze e claim
Un problema riscontrato nella fase di esportazione del prodotto nelle etichette è spesso legato alle avvertenze oppure ai claim che sono presenti sul packaging. Per la legislazione americana è fondamentale che la comunicazione sia chiara efficace e non ingannevole. Sull’etichetta si può solo dichiarare l’azione effettiva del cosmetico e non presunta. Facciamo qualche esempio: su prodotti solari non può essere indicato che questi possano prevenire malattie come i tumori cutanei, lo stesso vale per fondotinta con fattori di protezione solari o creme idratanti. Molta attenzione anche per i claim relativi a presunti effetti che possano influenzare struttura e funzione dei tessuti, per esempio dichiarazioni sugli effetti di creme antirughe o anticuperose. Questo tipo di dichiarazioni negli USA sono consentite per i farmaci, dove tali effetti però sono stati documentati da dati sperimentali verificati dalle autorità preposte, ma non sono consentite per i cosmetici e di conseguenza neanche per le etichette. Il medesimo divieto riguarda pubblicità o i siti internet di riferimento del prodotto.

Per verificare il nome corretto ci si può rifare ai seguenti testi
(a) CTFA Cosmetic Ingredient Dictionary
(b) United States Pharmacopeia
(c) National Formulary
(d) Food Chemical Codex
(e) USAN and the USP Dictionary of Drug Names

(Ulteriori informazioni si possono leggere su Kosmetica n1-2016)

 

di Elisa Brunelli, PHD Biotechnology