La modellazione dei capelli costituisce da sempre una questione importante per il settore haircare.

I metodi di permanente attualmente disponibili sul mercato prevedono in genere due fasi: riduzione e ossidazione.

Nella fase di riduzione, i tioglicolati rompono i legami disolfuro delle fibre capillari di cheratina per consentire la modellazione della chioma nella forma desiderata.

In quella di ossidazione, la nuova forma viene fissata, dando nuovamente luogo ai legami disolfuro in presenza di un agente ossidante, come il perossido di idrogeno.

Da qualche anno a questa parte, la ricerca di metodologie avanzate per modificare le caratteristiche fisiche della fibra capillare di cheratina ha guadagnato notevole interesse.
In questo contesto si inserisce la cellulosa.

Cellulosa: un aiuto alla dissoluzione dai liquidi ionici

La cellulosa è considerata uno dei polisaccaridi biorinnovabili e biodegradabili più abbondanti.

Si tratta di un polimero lineare composto da unità di glucosio ripetute, responsabili di una gamma specifica e ampia di reattività e funzioni.

Le sue catene sono irrigidite da numerose interazioni di legame a idrogeno inter- e intramolecolari, correlate alla presenza di gruppi idrossilici e deboli forze di van der Waals.

La cellulosa vanta un alto grado di polimerizzazione, elevata resistenza e proprietà meccaniche superiori. D’altro canto, presenta limitazioni particolari per quanto riguarda la dissoluzione in acqua e nella maggior parte dei solventi organici.

Per la dissoluzione diretta della cellulosa senza derivatizzazione possono essere impiegati i liquidi ionici (IL), un gruppo di sali con un anione inorganico o organico e un catione organico, che si distinguono per le peculiarità uniche.

Possiedono, infatti, stabilità termica e chimica notevole, elevata polarità, pressione di vapore trascurabile e non infiammabilità.

Lo studio

Il presente lavoro, pubblicato su Cellulose, prende in esame lo sviluppo di formulazioni haircare impiegando diversi tipi di cellulosa e liquidi ionici imidazolici (IL) e un siero commerciale come solventi, con l’obiettivo di fornire un metodo efficiente, sicuro e sostenibile per la modellazione delle fibre capillari.

I prototipi contenenti concentrazioni al 3% e allo 0,5% di idrossietilcellulosa (HEC) e carbossimetilcellulosa (CMC) rispettivamente, hanno mostrato i risultati migliori post lavaggio, assicurando circa il 10% di effetto arricciante.

Le immagini ottenute tramite microscopia a fluorescenza hanno permesso di osservare lo strato di rivestimento formatosi sulla superficie del capello.

La spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier a riflessione totale attenuata (ATR-FTIR) ha confermato la presenza di gruppi funzionali di cellulosa sulla fibra rivestita.
In aggiunta, la microscopia elettronica a scansione (SEM) ha evidenziato che le chiome trattate preservano la loro integrità strutturale, in particolare per la formulazione al 3% di carbossimetilcellulosa (CMC).

Da ultimo, è stata riscontrata una percentuale inferiore di perdita di massa della fibra capillare, a riprova del fatto che i preparati in questione garantiscono una buona resistenza all’usura meccanica.

Le conclusioni

Lo studio soprariportato si distingue per la metodologia impiegata, associata alla formulazione di cellulosa per la modellazione dei capelli fino a tre lavaggi.

In virtù dei risultati ottenuti, la cellulosa disciolta e deposta sulla superficie dei capelli si dimostra un rivestimento dall’efficace adesione sulla cuticola delle fibre di cheratina.

Carvalho J.P., Martins M. & Cavaco-Paulo A; Cellulose formulations for hair modelling; Cellulose (2024), https://doi.org/10.1007/s10570-024-06020-6