Da qualche mese la Cina ha accettato l’uso di test alternativi alla sperimentazione animale per la produzione e messa in sicurezza dei prodotti cosmetici così detti ordinari, ovvero quelli per la cura dei capelli, la cura delle unghie, l’igiene personale, il make-up, e i profumi. La novità non si applica, invece, ai solari e alle tinte per capelli. Questa apertura, di fatto, permette ai Paesi che già utilizzano metodi di produzione cruelty-free di esportare i propri cosmetici in Cina come i Paesi europei.
È però necessario che questi prodotti siano accompagnati da un apposito certificato di “buone pratiche di produzione” che attesti che sono stati realizzati seguendo tutti gli standard di sicurezza. L’Agenzia francese per la Sicurezza dei Prodotti Sanitari (ANSM) ha quindi sviluppato una piattaforma apposita che consente alle aziende cosmetiche di scaricare i documenti necessari per ottenere il certificato da accompagnare ai prodotti esportati in Cina. Questa manovra ha permesso alla Francia di essere il primo tra i Paesi europei a esportare nel grande Paese asiatico i propri cosmetici “cruelty-free”.
La Federazione Francese per le Compagnie di Bellezza (FEBEA) chiama questo cambio di passo un “decisivo passo in avanti”. Il presidente di FEBEA, Patrick O’Quin, ha commentato «siamo felici di questo passo avanti, che ci ricompensa dei tanti anni impegnati per favorire l’abbandono definitivo dei test animali a favore di quelli alternativi nel mondo. Il settore cosmetico è il solo ad aver abbandonato completamente i test animali, in Europa, e siamo felici di favorire lo sviluppo di regolamentazioni simili in altre parti del mondo».