Permacrisi
Giovanni D'Agostinis, direttore scientifico di Kosmetica

Il consumatore moderno non assume acriticamente messaggi e spinte commerciali, non si fa convincere da autocertificazioni o autoproclamazioni, al contrario, prima di acquistare si informa, anche cercando direttamente il contatto con le aziende, gli interessa tutto del prodotto. Sta sviluppando propri strumenti di indagine e gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente sono molto considerati, in primis dai Millennials e dai giovani, ma ormai l’interesse è trasversale alle generazioni.

Serve un rapporto di collaborazione, fra il consumatore e l’industria, per far comprendere il proprio impegno ma anche per essere più vicini al loro sentire. Certo, per lui la qualità del prodotto è importante, ma non guarda di buon occhio le comunicazioni di facciata e desidera avere quelle informazioni prese da fonti diverse, social compresi ma guardati con senso critico, necessarie a fare la scelta migliore per se stesso, per il proprio corpo e per l’ambiente che lo circonda e servendosi presso canali di acquisto differenti. Si muove attivamente continuando a valutare ed esplorare prodotti e informazioni molteplici allo scopo di trovare affidabilità. Si lascia andare, come gratificazione edonica, a quegli aspetti sensoriali che lo spingono al riacquisto del prodotto.

Questa attitudine risale a bisogni che emergono, ormai da tempo, nel consumatore come ha saputo ottimamente spiegare il sociologo Nadio Delai nell’interessante intervista che trovate all’interno della rivista.

Sono comunque aspetti su cui il marketing deve saper mettere insieme le giuste caratteristiche sensoriali del prodotto con la comunicazione e il packaging. Andare incontro alle evoluzioni del mercato darà alle imprese italiane una chance in più per essere competitive ricordando che innovazione vuol dire sempre uscire dall’omologazione e, quindi, occorre stupire, esaltare, valorizzare.