Industria e consumi cosmetici tornano ai valori pre-pandemia

(fonte:pexels)

“Osservando i dati del settore cosmetico ci sono due buone notizie: innanzitutto il fatturato della nostra industria cresce più dell’inflazione, con un incremento a chiusura di esercizio previsto a +10,7% rispetto al 2021; l’altro dato molto positivo è che abbiamo recuperato i livelli pre-pandemia, segnando +8,3% rispetto al 2019. Questo conferma la resilienza del nostro settore e la sua caratteristica anticiclica. La proiezione per il 2023 è ancora positiva del +7,1%, nonostante le tensioni geopolitiche”. Con queste parole Benedetto Lavino, presidente reggente di Cosmetica Italia, riassume quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro Studi dell’Associazione, in apertura al webinar di presentazione dei dati. Il fatturato delle imprese cosmetiche supererà i 13 miliardi di euro a fine 2022, 1 miliardo in più di quanto realizzato nel 2019, prima della crisi pandemica.

“L’incremento sul mercato interno è guidato dalla crescita nei canali tradizionali e digitali (+6,8%); inoltre si rileva il rimbalzo dei canali professionali, che tornano a una crescita veramente importante di +14% -prosegue Lavino. -Il dato più significativo riguarda l’esportazione, che cresce del 15,2%, favorita dall’indebolimento dell’euro, un risultato generato anche dal contoterzismo cosmetico. A comporre la previsione di crescita per il 2023, è ancora l’esportazione che guida l’incremento, segnando un ulteriore +9,5%”.

Il nuovo vertice previsto per l’export cosmetico a fine 2022 è infatti quasi 5,6 miliardi di euro al valore, anch’esso ormai al di sopra del risultato del 2019 per oltre il 12%. Al primo posto il mercato statunitense, in cui le imprese beauty italiane realizzano 330 milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno, secondo le anticipazioni diffuse da Cosmetica Italia. Seguono gli storici mercati europei, Francia e Germania in testa. Aspetto interessante l’ingresso nella top ten della Cina (+85,9%), che acquista cosmetici Made in Italy per 80 milioni di euro nel primo semestre 2022.

Quadro complessivamente positivo pur nella preoccupazione per le ripercussioni della crisi internazionale, che colpisce anche il settore cosmetico per esempio sul fronte della bolletta energetica. Il costo dell’energia, rileva un approfondimento di Cosmetica Italia, si è fatto più pesante del +330%, facendo lievitare di conseguenza i costi produttivi. Al momento, lo shock energetico non ha comportato un rincaro eccessivo dei prezzi al consumo, evidenzia la nota economica dell’Associazione, perché i produttori hanno assorbito il colpo riducendo la marginalità. La situazione proietta un’ombra di incertezza su un esercizio 2022 in cui, per ora, prevale comunque un atteggiamento ottimista.

Mercato Italia

Anche in fatto di consumi cosmetici il 2022 è l’anno del pieno recupero dei valori antecedenti la crisi pandemica. Le previsioni del Centro Studi di Cosmetica Italia sul mercato interno  registrano un valore di 11,4 miliardi di euro complessivi, per un andamento positivo del +7,6% sul 2021.

A livello di canali distributivi, i fenomeni più rilevanti riguardano la buona tenuta del mass market (+5,4%) e della farmacia (+3,4%) e il recupero della profumeria, che con +15% riconquista la posizione di secondo canale di vendita nel nostro paese. Continua lo sviluppo dell’e-commerce, con un incremento di oltre +12% e un valore che, sfiorando i 900 milioni di euro, raddoppia le dimensioni del canale online rispetto al 2019. Nel quadro di generale ascesa dei consumi cosmetici, si fa notare la non brillante performance del canale erboristico, in stallo a 376 milioni in valore (+0,2%). L’erboristeria vive una fase di riassestamento e specializzazione che penalizza le vendite, commenta Cosmetica Italia, mentre perde la prerogativa della proposta di prodotti green e a base vegetale, ormai ampiamente diffusi in tutta la distribuzione territoriale e online.

Una chiusura a +1,7% a fine anno è prevista per le vendite dirette, messe in crisi dalla pandemia e dalla ormai decollata attitudine del consumatore verso il web, una performance ben lontana dai valori del 2019, rispetto a cui il canale porta a porta e per corrispondenza risulta in netta contrazione (-27%). Si risollevano i canali professionali, segnando una crescita a doppia cifra sia per gli acconciatori (+14,3%) sia per i saloni di bellezza (+11,4%), a parziale recupero degli impatti negativi delle restrizioni per l’emergenza sanitaria e a sancire la voglia del consumatore di ritornare alla normalità.