Le rose moderne

Esistono un’infinità di prodotti beneficamente “contaminati” dal magico utilizzo della rosa, sia che si tratti di una candela profumata o di fragranze o cosmetici che ne utilizzano i petali come preziosi ingredienti, primari o secondari.

Il profumo delle rose ha ispirato i profumieri per secoli: i romani profumavano le ali di colombe con acqua di rose, Cleopatra usò petali di rosa per attirare Marco Antonio. Poiché la provenienza della materia prima influenza notevolmente la qualità e il costo del prodotto finale, importanti marchi francesi come Dior, Chanel e Lancôme hanno addirittura implementato i propri campi di rose o hanno consolidato l’utilizzo di fornitori in esclusiva.

Anche se parte dei consumatori finali potrebbero non essere attratti da fragranze dichiaratamente connotate dal profumo di rosa, essi potrebbero scoprire che il proprio profumo preferito potrebbe potenzialmente avere il fiore annidato da qualche parte tra i suoi ingredienti. “Le rose hanno una chimica naturale che ci offre un intero panorama di odori: agrumi, verdi, fruttati, floreali, speziati e oltre”, afferma Pia Long, profumiera e co-fondatrice del marchio di candele Boujee Bougies. “Una dose nascosta di assoluto di rosa aggiunge una ricchezza mielata. Amo esaltarne le sfaccettature di frutta o tabacco”.

Il fiore archetipico della profumeria ha dunque guadagnato una sorta di status venerato, nonostante fino a oggi questa nota classica sia spesso stata associata alla generazione dei nonni. Si pensi ai pot-pourri in ciotole di cristallo molato e ai saponi a forma di rosette, troppo belli per essere usati. Harold McGee, nel suo ‘Nose Dive: A Field Guide to the World’s Smells’, osserva come il damascenone, una molecola che si trova nella pregiata rosa damascena, sia “uno degli aromi dominanti nelle mele cotte”: un ulteriore collegamento, forse, tra il profumo delle rose e le torte della nonna.

Negli ultimi anni, a giudicare dalla proliferazione di rose di nuova generazione, pare tuttavia che questa reputazione stia cambiando. Il fiore è l’ingrediente di fragranza più indagato sulla piattaforma Google nel Regno Unito nell’ultimo anno, con oltre 50.000 ricerche ogni mese. L’amore per le rose non mostra infatti segni di rallentamento, ma si rinnova con nuove e inedite proposte.

Le più recenti produzioni di moderne fragranze che utilizzano le rose offrono infatti qualcosa di adatto a tutte le preferenze, sia ai gusti più propensi a fragranze luminose e ariose sia a quelli maggiormente inclini a essenze più spinose, più scure e complessivamente più ‘gotiche’. Certamente possiamo affermare che non c’è mai stato un momento migliore per fermarsi ad annusare (e a ‘indossare’) le rose. Citiamo ad esempio la candela Rosalita di Boy Smells, che attinge anche allo zafferano e al cedro, e Raving Rose, tratta dalla gamma di fragranze di debutto di Dries Van Noten, che si connota di nuovi accenti grazie a una doppia spruzzata di pepe (nero, rosa) e a un profumo di rosa che “ti darebbe un metaforico calcio in faccia“, come dice il designer del suo brief originale ai profumieri.

Tom Ford, invece, ha tratto ispirazione dal suo roseto di Los Angeles per un nuovo trio di profumi, tra cui Rose d’Amalfi, con la sua nota di eliotropio simile al marzapane.