Un’analisi indaga l’incapsulamento come metodica efficace per introdurre probioitici, e in particolare un ceppo di Lactobacillus casei in formulazioni cosmetiche

Negli ultimi anni, i probiotici sono diventati sempre più popolari nell’industria cosmetica. Secondo la definizione generalmente accettata stabilita dalla FAO/OMS, si tratta di «microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, apportano benefici alla salute dell’ospite».

Visti i requisiti di sicurezza stabiliti dal Regolamento 1223/2009, nei prodotti beauty i microrganismi vivi possono essere utilizzati solo in dosi molto limitate. Per soddisfare i requisiti microbiologici, inoltre, si ricorre ai conservanti. Di conseguenza, è difficile mantenere i batteri probiotici vivi all’interno della formulazione.

Per i motivi sopracitati, in alternativa ai probiotici, in ambito cosmetico sono stati finora utilizzati prodotti di fermentazione, filtrati di estratti fermentati, lisati cellulari e materie prime ottenute post tindalizzazione. Una soluzione all’incompatibilità tra conservanti e batteri probiotici vivi è rappresentata dal processo di microincapsulazione.

Lo studio

Il presente lavoro, pubblicato su Applied Sciences, è stato condotto con l’obiettivo di sviluppare un modo efficace per introdurre un ceppo di Lactobacillus casei in formulazioni cosmetiche.

Nello specifico, è stato utilizzato un metodo di incapsulamento dei batteri per incrementarne la vitalità. Per proteggere i microrganismi da fattori esterni, quali temperatura, radiazioni ultraviolette (UV) e conservanti, sono state preparate delle microsfere di alginato. Queste ultime sono state caricate con probiotici ed utilizzate come principio attivo in cosmetici innovativi.

È stato accuratamente selezionato un sistema di conservazione per garantire la vitalità dei microrganismi e la stabilità microbiologica dei prodotti.

È stata dunque valutata l’influenza sia del tipo che della concentrazione del conservante sulla sopravvivenza del ceppo di Lactobacillus casei nei cosmetici allestiti.

I risultati ottenuti hanno mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza del ceppo probiotico microincapsulato nelle formulazioni cosmetiche contenenti agenti antimicrobici (6,13 log CFU/g dopo 120 giorni di conservazione), rispetto alla formulazione con il ceppo probiotico non immobilizzato, nella quale è stata evidenziata la completa eliminazione delle cellule batteriche.

Le conclusioni

In virtù dei dati raccolti, l’incapsulamento dei microrganismi in microsfere di alginato potrebbe essere considerato un metodo efficace per introdurre batteri vivi (ceppo di Lactobacillus casei) nelle formulazioni cosmetiche.

L’incapsulamento fornisce ai probiotici una protezione dai fattori esterni (temperatura, raggi UV o conservanti) e, di conseguenza, ne aumenta la vitalità.

Lo studio ha, inoltre, sottolineato quanto sia importante la scelta di un sistema conservante appropriato nel caso di cosmetici con il ceppo probiotico di Lactobacillus casei.

Per i prodotti sviluppati, i sistemi a base di acidi organici e dei loro derivati hanno determinato un debole impatto sulla degradazione delle microsfere.

Si sono pertanto dimostrati gli agenti antimicrobici più efficaci. Tenendo conto dei risultati promettenti, la tecnologia elaborata potrebbe rappresentare un approccio interessante per lo sviluppo di prodotti beauty a lunga stabilità contenenti ceppi batterici vivi.

Łętocha A, Michalczyk A, Ostrowska P, Miastkowska M, Sikora E.; Probiotics-Loaded Microspheres for Cosmetic Applications; Applied Sciences. 2024; 14(3):1183. https://doi.org/10.3390/app14031183