Packaging airless per cosmetici «self preservative»

Il packaging airless s’inserisce in una strategia integrata, per diminuire l’utilizzo di conservanti di sintesi nei cosmetici.

 Il packaging airless è uno elemento decisivo per la realizzazione di cosmetici self preservative, a basso tenore di conservanti. Questo sistema di imballaggio infatti si inserisce in una strategia integrata che prevede l’utilizzo di diverse tecnologie simultaneamente per abbassare il rischio di contaminazione microbica ed mantenere il cosmetico in condizioni ottimali, utilizzando la minor quantità di molecole di sintesi possibile. Nel settore food questo approccio è conosciuto come hurdle technology, tecnologia a ostacoli, e si sta rapidamente diffondendo nel settore della cosmetica. Il principio Hurdle Tecnology si basa sul diminuire la contaminazione microbica utilizzando piccole barriere differenziate così da ottenere una formulazione in grado di autoconservarsi. Una strategia che prevede l’utilizzo simultaneo di packaging, sostanze con attività antimicrobica di origine naturale, la scelta di una formulazione cosmetica adeguata e l’utilizzo di ingredienti multifunzionali.

 Le barriere

Il controllo dell’acqua e del pH
Sono due i fattori biologici che influenzano in maniera determinate la crescita batterica: acqua e pH, lavorando su questi due elementi è possibile rendere la formulazione cosmetica un ambiente realmente inospitale per i batteri. Nel caso dell’acqua per esempio la sua biodisponibilità può essere limitata utilizzando opportuni agenti chimici in grado di sequestrarla come: proteine idrofile, idrocolodidi, sali, polioli. In questo modo il contenuto di acqua in una formulazione non varia, così che non sono alterate le proprietà del cosmetico, ma questa non è più disponibile per la crescita batterica. Modificando il pH è invece possibile limitare la crescita di alcune specie: ogni organismo ha un optimum di pH per la crescita e per molte specie lo sviluppo si blocca quando il pH si allontana dalla neutralità. Questo sistema però da solo non è sufficiente poiché nelle formulazioni cosmetiche non è possibile utilizzare pH estremi e alcuni batteri riescono a duplicarsi anche in pH leggermente alcalini o acidi.

Ingredienti multifunzionali
Utilizzare ingredienti che assolvono nel contempo due funzioni quella cosmetologica e antibatterica. La ricerca negli ultimi anni ha individuato diverse molecole con questa duplice azione, in particolare tutta una serie di dioli che possono essere utilizzati non solo come conservanti ma anche come come agenti umettanti, idratanti, emolienti e anche per sciogliere diversi principi attivi.

Estratti vegetali
Al momento sono stati individuati diversi oli essenziali e estratti vegetali ben tollerati dal’organismo umano con eccellenti proprietà antimicrobiche. Utilizzare composti di origine vegetale al momento è decisamente più costoso che non utilizzare i classici composti di sintesi, ma se si sceglie la molecola giusta, questi possono contribuire in maniera decisiva nell’ aumentare le proprietà dermocosmetiche del prodotto. L’utilizzo dei derivati vegetali come conservanti ha dei limiti però legati alla specificità di queste molecole: nelle piante le molecole che costituiscono oli e aromi sono spesso specie specifiche ossia sono prodotte dalla pianta in risposta a uno specifico batterio o muffa e quindi non agiscono ad ampio spettro (caratteristica invece dei conservanti di sintesi).Il packaging airless in questo contesto non si limita a diminuire il contatto con l’ambiente esterno e quindi abbassare la soglia di contaminazione ma protegge le singole barriere: mantiene il pH e la concentrazione dell’acqua, protegge olii e ingredienti multifunzionali dall’ossidazione.

Il packaging airless s’inserisce in una strategia integrata, per diminuire l’utilizzo di conservanti di sintesi nei cosmetici.

di E. Brunelli