Regolatorio: supporto alla creatività

shutterstock_70054636Benedetta Suardi, cosmetologo e direttore tecnico, delinea un nuovo ruolo per la funzione regolatoria e per le sue figure

In quali termini l’area regolatoria diventa opportunità per ottimizzare l’innovazione?
È la nuova visione della funzione del regolatorio in azienda. Non più il «censore», ma una funzione attiva nella proposta di soluzioni: trarre spunti dalla normativa per dare un impulso al cambiamento, ai fini non solo dell’applicazione tecnica della legge e ottemperanza ai disposti sanitari, ma anche del miglioramento del profilo di sicurezza de prodotti e correttezza della comunicazione e dei claim per affrontare i diversi mercati. A differenza che in altri settori, nel settore cosmetico il regolatorio deve evolvere verso un ruolo che lo renda parte del motore di innovazione dell’azienda. Questo perché la parte tecnica deve essere sempre più integrata al lavoro del marketing, fatto a oggi per la maggior parte di figure con competenze in area economica e commerciale e che necessitano supporto di tipo tecnico-scientifico.

Benedetta Suardi
Benedetta Suardi

Quali aspetti dell’innovazione possono essere favoriti dai suggerimenti dell’area regolatoria?
Il settore cosmetico è ormai cosciente che l’innovazione è vitale e che gli innovatori hanno successo economico più dei follower. L’innovazione in questo comparto ha tante forme: a livello di prodotto, di tecnologie, di servizi. Sono molti, quindi, gli aspetti in cui il regolatorio può fornire stimoli: aspetti qualitativi del prodotto, ambientali, safety e security del prodotto, compresi i servizi al cliente, come le app da fruirsi su cellulare, servizi informatici e test nei punti vendita per la diagnostica della pelle, la protezione solare ecc. Input innovativi che partano dall’idea di una quanto più possibile global compliance alle diverse legislazioni internazionali, ma anche di orientare il prodotto a una qualità che guardi oltre le sole richieste normative. Di conseguenza, il vaglio del regolatorio non può arrivare alla fine dello sviluppo prodotto, ma deve essere integrato con la fase di R&D. Un esempio è lo scouting, valutazione e validazione delle materie prime, su cui il regolatorio deve esprimersi prima del processo di sviluppo. Non solo per quelle nuove, ma anche per quelle di uso consolidato, proponendo dove serve sostituzioni con ingredienti più innovativi, magari migliori e/o più indagati quanto a profilo tossicologico sull’uomo o sull’ambiente. Ruolo del regolatorio è infatti anche dare impulso a un concetto di qualità intrinseca del prodotto, che riguarda gli aspetti che non si percepiscono, come quello della sicurezza a lungo termine.

Quali attitudini deve avere la persona che riveste questo ruolo in azienda?
Deve avere la mentalità disposta al cambiamento, un salto generazionale non in termini anagrafici ma di visione. Una persona aperta per una funzione che sempre più dovrà scambiare informazioni, interfacciandosi con altri professionisti, con la comunità scientifica, con le associazioni di categoria. Il regolatorio dovrà tenere sotto controllo molte fonti, non fermarsi alla sola legislazione cosmetica europea. L’espansione internazionale rende infatti indispensabile confrontarsi con le legislazioni dei principali mercati extra UE e anche con le rispettive agenzie regolatorie e comitati scientifici internazionali. I documenti da esse prodotti in materia di sicurezza e tossicologia, insieme alle pubblicazioni scientifiche delle più accreditate riviste internazionali di cosmetologia, pure da consultare, sono alla base del risk assessment, altro processo fondamentale che, comunque sia organizzato in azienda, sempre più dovrà essere integrato con la funzione del regolatorio.

di E. Perani